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Commento sulla Sentenza n. 35630 del 2023: Le Abnormità nella Riqualificazione del Fato

La sentenza n. 35630 del 16 maggio 2023 della Corte di Cassazione offre importanti spunti di riflessione sul tema della riqualificazione del fatto penale e sulle abnormità procedurali. In questo caso, la Corte ha ritenuto che la decisione di un giudice di assolvere un imputato mentre contemporaneamente trasmetteva gli atti al pubblico ministero per una nuova qualificazione del fatto fosse non solo inadeguata, ma addirittura abnorme.

Il Contesto della Sentenza

Il caso in questione ha avuto origine da una sentenza del Tribunale di Padova, che ha assolto l'imputato, SM, dal delitto a lui ascritto. Tuttavia, ha anche disposto la restituzione degli atti al pubblico ministero per la possibile riqualificazione del fatto. La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio tale decisione, sottolineando che essa comportava una regressione indebitamente all'inizio delle indagini, violando il principio di non bis in idem, ovvero il divieto di un doppio processo per lo stesso fatto.

Sentenza di proscioglimento - Contestuale trasmissione degli atti al pubblico ministero perché proceda in ordine al medesimo fatto diversamente qualificato - Abnormità - Sussistenza - Ragioni. È abnorme, in quanto determina un'indebita regressione del processo alla fase delle indagini, la sentenza con cui il giudice, anziché riqualificare il fatto in contestazione come consentitogli dall'art. 521, comma 1, cod. proc. pen., assolve l'imputato dal delitto ascrittogli e dispone contestualmente la restituzione degli atti al pubblico ministero per l'eventuale esercizio dell'azione penale in ordine al medesimo fatto diversamente qualificato, considerato, altresì, che la nuova imputazione eventualmente formulata sarebbe destinata a confliggere con la sentenza di assoluzione, passata in giudicato, in violazione del divieto del doppio processo per lo stesso fatto.

Le Implicazioni Legali della Sentenza

Questa decisione della Corte di Cassazione mette in luce alcuni aspetti fondamentali del diritto processuale penale italiano e offre spunti di riflessione sull'interpretazione delle norme. In particolare, l'articolo 521, comma 1, del codice di procedura penale stabilisce che il giudice può riqualificare il fatto in contestazione, ma non può assolvere l'imputato e al contempo restituire gli atti al pubblico ministero per una nuova imputazione. Le ragioni alla base di questa abnormità risiedono nella necessità di garantire la stabilità delle decisioni giudiziarie e il rispetto dei diritti dell'imputato.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 35630 del 2023 della Corte di Cassazione rappresenta un importante chiarimento sui limiti della riqualificazione del fatto penale e sul divieto di un doppio processo. Essa riafferma il principio secondo cui un’assoluzione passata in giudicato deve essere rispettata e non può essere messa in discussione da nuove imputazioni per lo stesso fatto. Questa decisione contribuisce a rafforzare la certezza del diritto e la protezione dei diritti degli imputati, elementi fondamentali per un sistema giuridico giusto e equo.