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Commento alla sentenza Cass. pen., Sez. VI, n. 31608 del 2024: Autoriciclaggio e bancarotta fraudolenta

La sentenza n. 31608 della Corte di Cassazione, emessa il 1 agosto 2024, rappresenta un'importante pronuncia riguardante i reati di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. In questo caso, il Tribunale del riesame di Roma aveva confermato il sequestro preventivo di somme di denaro attribuite a A.A., indagato per bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. La Corte ha analizzato i criteri di configurazione dell'autoriciclaggio, evidenziando la necessità di condotte ulteriori rispetto a quelle del reato presupposto.

Il contesto della sentenza

Il caso esaminato dalla Corte di Cassazione riguarda A.A., accusato di aver distratto somme di denaro dalla società Centro Moda Guidonia Srl, fallita, per reinvestirle in altre società del suo gruppo. La questione centrale era se tali operazioni potessero configurare il reato di autoriciclaggio. La Corte ha ribadito che affinché si integri la fattispecie di autoriciclaggio, è necessaria un'azione che dimostri un quid pluris, cioè un elemento concreto che attesti la dissimulatorietà della condotta.

La ratio della norma di cui all'art. 648-ter 1. cod. pen. è rappresentata dalla reimmissione nel circuito dell'economia legale di beni di provenienza delittuosa, ostacolandone la tracciabilità.

I requisiti dell'autoriciclaggio

Secondo la sentenza, il mero trasferimento di somme senza un cambio di titolarità non integra il delitto di autoriciclaggio. I requisiti fondamentali per configurare tale reato includono:

  • Un'azione successiva rispetto al reato presupposto.
  • Un trasferimento che muta la titolarità del bene.
  • Una condotta che renda obiettivamente difficile l'identificazione della provenienza delittuosa del bene.

La Corte ha sottolineato che il fatto di autoriciclaggio ha natura autonoma e deve essere distinto dalla bancarotta fraudolenta. Le operazioni di reinvestimento, quindi, devono dimostrare una reale capacità dissimulatoria, altrimenti non si può configurare il reato.

Conclusioni

La sentenza n. 31608 del 2024 offre un'importante chiarificazione sulla distinzione tra bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio, sottolineando l'importanza della concreta idoneità dissimulatoria delle condotte. Essa evidenzia come la giurisprudenza si orienti verso una necessaria separazione delle fattispecie penali, evitando una doppia punibilità per condotte simili. Questo approccio non solo tutela i diritti degli indagati, ma salvaguarda anche l'ordine economico, prevenendo l'inquinamento del mercato da capitali illeciti.