La sentenza della Corte di Cassazione n. 45230 del 2021 rappresenta un importante punto di riferimento in materia di bancarotta fraudolenta, chiarendo diversi aspetti legati all'applicazione delle normative processuali e alle condizioni per l'integrazione del reato. La Corte ha confermato la responsabilità di M. F. per la distrazione di beni della sua ditta individuale, Evelin Boutique, e ha affrontato questioni cruciali riguardanti la contumacia e il dolo nella bancarotta.
Il primo motivo di ricorso presentato dalla difesa di M. F. riguardava la presunta omessa notifica dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari. Tuttavia, la Corte ha dichiarato inammissibile questo motivo, sottolineando che la difesa non aveva sollevato la questione nei gradi precedenti del processo. Questo aspetto evidenzia l'importanza della tempestività e della specificità nell'eccepire vizi procedurali.
Un altro punto cruciale affrontato nella sentenza riguarda la dichiarazione di contumacia dell'imputato. La Corte ha chiarito che l'erronea applicazione della disciplina sulla contumacia non comporta nullità, a meno che non ci sia stata violazione di diritti di difesa previsti per l'imputato contumace. La sentenza richiama la normativa di riferimento, come la L. 28 aprile 2014, n. 67, evidenziando come l'errata qualificazione dell'assenza non abbia arrecato pregiudizio alla difesa.
La Corte di Cassazione ha confermato che non è necessario dimostrare un dolo specifico di pregiudizio ai creditori per integrare il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione.
Il terzo motivo di ricorso verteva sulla tempistica della distrazione dei beni. La difesa sosteneva che la sottrazione fosse avvenuta prima dell'apertura della procedura fallimentare. Tuttavia, la Corte ha ribadito che la sussistenza del reato di bancarotta fraudolenta per distrazione non dipende dalla consapevolezza dello stato di insolvenza, ma dalla volontà di alterare la destinazione patrimoniale dei beni. La giurisprudenza sottolinea che il dolo è costituito dalla consapevole volontà di sottrarre beni dalla garanzia per i creditori.
La sentenza n. 45230 del 2021 della Corte di Cassazione offre una visione chiara e dettagliata riguardo al reato di bancarotta fraudolenta e alle procedure penali ad esso relative. Essa evidenzia l'importanza della corretta applicazione delle norme processuali e chiarisce che, per integrare il reato di bancarotta fraudolenta, è sufficiente dimostrare la volontà di sottrarre beni, senza necessità di provare un intento specifico di danneggiare i creditori. Questo approccio riflette una rigorosa applicazione della legge e una chiara protezione delle garanzie patrimoniali in favore dei creditori.