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Cass. pen., Sez. VI, Sent., n. 35031/2024: Peculato e Offensività della Condotta

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 35031 del 18 settembre 2024, offre spunti cruciali sulla configurazione del reato di peculato, in particolare sulla necessità di valutare l'offensività della condotta dell'imputato. In questo caso, la Corte ha annullato la condanna di A.A., infermiera accusata di peculato, ritenendo che il valore dei beni sottratti fosse talmente esiguo da non giustificare l'applicazione della norma penale.

Il caso di A.A. e la valutazione della condotta

A.A. era stata condannata in primo grado per aver sottratto farmaci e materiale sanitario dall'ospedale dove lavorava. Tuttavia, la Corte d'Appello di Catania aveva rideterminato la pena, pur confermando la responsabilità. La Cassazione, esaminando il caso, ha sottolineato che la condotta non poteva essere considerata offensiva, dato il valore irrisorio dei beni appropriati, pari a solo 13,50 euro.

La Corte ha escluso la configurabilità del delitto di peculato quando la condotta appropriativa riguarda beni privi di un valore economicamente apprezzabile.

Principi giuridici e giurisprudenza

La decisione della Cassazione si basa su principi giuridici consolidati, che stabiliscono che un reato deve essere caratterizzato da una condotta offensiva. In questo caso, i giudici hanno fatto riferimento al principio dell'offensività, secondo il quale il reato di peculato non sussiste se non è dimostrabile un danno concreto all'ente pubblico. Ciò è in linea con la giurisprudenza precedente, che ha escluso la punibilità per condotte che non ledono l'interesse pubblico in modo significativo.

  • Principio di offensività: Un reato deve arrecare un danno concreto.
  • Valore esiguo dei beni: La Cassazione ha evidenziato che beni di scarso valore non giustificano la condanna.
  • In dubio pro reo: La mancanza di prove concrete a carico dell'imputata ha portato all'assoluzione.

Conclusioni

La sentenza n. 35031/2024 rappresenta un importante passo nella definizione dei limiti dell'applicazione del reato di peculato. La Corte di Cassazione ha ribadito che l'elemento dell'offensività è fondamentale per la configurazione di questo delitto, escludendo la punibilità in casi di esiguità dei beni sottratti. Questo orientamento giurisprudenziale potrebbe avere ripercussioni significative in casi futuri, ribadendo l'importanza di una valutazione attenta e rigorosa delle circostanze concrete nella trattazione di reati che coinvolgono beni dell'amministrazione pubblica.