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Analisi della Sentenza Cass. pen., Sez. III, n. 33213 del 2024: Ne bis in idem e responsabilità tributaria

La sentenza della Corte di Cassazione del 28 agosto 2024, n. 33213, offre spunti significativi sulla complessa questione del ne bis in idem e sulla responsabilità degli amministratori di società in materia tributaria. Questo articolo si propone di analizzare le principali questioni giuridiche sollevate dalla decisione, evidenziando l'importanza dei principi di diritto applicabili in questo contesto.

Il principio del ne bis in idem e la sua applicazione

Il ricorrente A.A. ha invocato il principio del ne bis in idem, sostenendo che già era stata irrogata una sanzione amministrativa per gli stessi fatti contestati in sede penale. Tuttavia, la Corte ha chiarito che la sanzione tributaria inflitta alla società non esclude la responsabilità penale del legale rappresentante, A.A., poiché i destinatari delle due sanzioni sono differenti: la prima colpisce la persona giuridica, mentre la seconda l'individuo.

La Corte ha affermato che non sussiste la violazione del ne bis in idem in presenza di procedimenti distinti che colpiscono soggetti diversi per gli stessi fatti.

Inoltre, la Corte ha richiamato precedenti giurisprudenziali, evidenziando che la sovrapposizione delle sanzioni è giustificata dalla necessità di garantire la tutela dell'ordine pubblico e la deterrenza nei confronti di condotte illecite.

Responsabilità degli amministratori: il caso di B.B.

Nel caso di B.B., la Corte ha esaminato la sua posizione di amministratore formale, contestando l'assenza di dolo specifico. La sentenza ha sottolineato che la mera qualifica di amministratore non può escludere la responsabilità qualora emerga una consapevolezza della gestione illecita della società.

  • È emerso che B.B. ha rilasciato deleghe per la gestione della società a A.A., senza intervenire per impedire la condotta illecita.
  • La Corte ha ritenuto che non si possa configurare la figura del prestanome inconsapevole in presenza di evidenti segnali di anomalia.
  • Il coinvolgimento diretto di B.B. nella gestione della società ha rafforzato la prova dell'elemento soggettivo del dolo.

Conclusioni

La sentenza n. 33213 del 2024 della Cassazione rappresenta un importante riferimento per la comprensione delle dinamiche di responsabilità in ambito tributario. Essa chiarisce che la distinzione tra sanzioni amministrative e penali non implica la cancellazione del principio del ne bis in idem quando le sanzioni colpiscono soggetti diversi. Inoltre, la responsabilità degli amministratori non può essere elusa attraverso la mera delega delle funzioni, ma richiede un'attenta analisi della loro consapevolezza e coinvolgimento nell'illecito. La Corte, pertanto, ha riaffermato l'importanza del controllo e della vigilanza da parte degli amministratori, soprattutto in contesti di gestione societaria complessa.