Sentenza n. 25935 del 2024: l'inammissibilità dell'impugnazione per il latitante

La sentenza n. 25935 del 16 aprile 2024, emessa dalla Corte di Cassazione, offre un'importante riflessione riguardo all'ammissibilità delle impugnazioni, in particolare nel caso degli imputati assenti dichiarati latitanti. Con questa decisione, la Corte ribadisce la necessità di rispettare determinati requisiti formali, sottolineando il ruolo cruciale del difensore nel garantire il diritto di difesa, anche quando l'imputato non è presente.

Il contesto giuridico della sentenza

La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall'imputato R. B., latitante al momento dell'udienza. La decisione si basa sull'articolo 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale, che stabilisce che il difensore deve depositare un mandato specifico per l'impugnazione, comprensivo di una dichiarazione o elezione di domicilio. Questa norma, secondo la Corte, si applica anche nel caso di imputati assenti dichiarati latitanti.

AMMISSIBILITA' E INAMMISSIBILITA' - Art. 581, comma 1-quater, cod. proc. pen. - Applicabilità all'imputato assente dichiarato latitante - Sussistenza - Ragioni. In tema di impugnazioni, l'art. 581, comma 1-quater, cod. proc. pen., in virtù del quale il difensore deve depositare, a pena di inammissibilità, lo specifico mandato ad impugnare contenente la dichiarazione o elezione di domicilio, si applica anche all'imputato assente che sia stato dichiarato latitante, non essendo configurabile alcuna compressione del diritto di difesa, poiché il latitante non è giuridicamente impossibilitato a mantenere contatti con il proprio difensore al fine di concordare le strategie difensive.

Implicazioni per il diritto di difesa

Questa sentenza ha importanti implicazioni per il diritto di difesa. La Corte di Cassazione ha chiarito che, sebbene un imputato possa trovarsi in una condizione di latitanza, ciò non implica che non possa interagire con il proprio difensore. Infatti, il latitante ha la possibilità di mantenere contatti e discutere le strategie difensive, il che significa che la sua assenza non può essere utilizzata come scusa per giustificare un'eventuale inadempienza da parte del difensore.

  • Il difensore deve essere diligente e rispettare i termini di legge.
  • La latitanza non esclude la possibilità di comunicazione con il difensore.
  • Il rispetto delle procedure è fondamentale per garantire l'ammissibilità delle impugnazioni.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 25935 del 2024 rappresenta un importante richiamo all'osservanza delle norme procedurali nel contesto delle impugnazioni. Essa chiarisce che, anche in situazioni di assenza e latitanza, il diritto di difesa deve essere tutelato attraverso il rispetto rigoroso delle procedure previste dalla legge. Gli avvocati e i difensori devono essere consapevoli di queste responsabilità per garantire che i diritti dei loro assistiti siano sempre tutelati.

Studio Legale Bianucci