Sentenza n. 16091 del 2023: Riflessioni sulla genericità del divieto di avvicinamento

La sentenza n. 16091 del 17 marzo 2023 della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nel diritto penale: il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Questo provvedimento, spesso utilizzato in casi di violenza domestica o stalking, deve essere emesso con una certa precisione per garantire i diritti dell'imputato e, al tempo stesso, la protezione della vittima.

Il principio di specificità del provvedimento

La Corte ha annullato con rinvio l'ordinanza applicativa del divieto di avvicinamento, evidenziando la genericità del provvedimento. In particolare, si è sottolineato che non era stata fornita una specifica indicazione dell'ambito territoriale del divieto. Questo aspetto è fondamentale, poiché la genericità di un provvedimento di questo tipo può facilmente tradursi in un'invasione ingiustificata della libertà personale dell'imputato.

  • La necessità di un ambito territoriale ben definito per il divieto di avvicinamento.
  • Le implicazioni sulla libertà personale dell'imputato.
  • Il ruolo del giudice nel garantire la specificità dei provvedimenti cautelari.

Rilevabilità d’ufficio della genericità

Un altro punto chiave della sentenza riguarda la rilevabilità d'ufficio della genericità del provvedimento. La Corte ha affermato che i principi generali in materia di impugnazioni devono cedere il passo a provvedimenti che incidono sullo "status libertatis". Questo significa che, anche in assenza di una specifica impugnazione da parte dell'imputato, il giudice ha il dovere di verificare l'adeguatezza e la specificità del provvedimento di divieto di avvicinamento.

Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa - Genericità del provvedimento - Rilevabilità d'ufficio - Sussistenza - Ragioni - Fattispecie. Nel giudizio di cassazione, è rilevabile d'ufficio la genericità, anche parziale, del provvedimento applicativo della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, dovendo i principi generali in materia di impugnazioni recedere a fronte di provvedimenti idonei a incidere sullo "status libertatis". (In applicazione del principio, la Corte ha annullato con rinvio l'ordinanza applicativa del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e dell'obbligo di tenersi a una determinata distanza dai medesimi, sul rilievo che non era stata data specifica indicazione dell'ambito territoriale del divieto).

Conclusioni

La sentenza n. 16091 del 2023 della Corte di Cassazione rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei diritti sia delle vittime che degli imputati. La specificità del divieto di avvicinamento non è solo una questione formale, ma una garanzia sostanziale per evitare ingiustificati sacrifici della libertà personale. Gli operatori del diritto dovranno prestare particolare attenzione a questi principi nella loro applicazione pratica, affinché le misure cautelari siano sempre proporzionate e rispettose dei diritti fondamentali di tutti gli attori coinvolti.

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