Sentenza n. 16822 del 2022: Detenzione domiciliare e richiesta tardiva in udienza

La sentenza n. 16822 del 20 dicembre 2022, emessa dalla Corte di Cassazione, offre spunti significativi riguardo alle misure alternative alla detenzione, in particolare sulla detenzione domiciliare e le modalità di richiesta in udienza. Il caso in esame riguarda l'imputato F. P. e si concentra sulla validità della richiesta di detenzione domiciliare presentata in subordine a quella di affidamento in prova.

Il contesto giuridico

La Corte evidenzia che, in tema di misure alternative alla detenzione, è possibile formulare la richiesta di detenzione domiciliare durante l'udienza, anche se questa è presentata in subordine rispetto all'affidamento in prova. Tale orientamento si basa sul principio che le condizioni necessarie per entrambe le misure sono comuni e non richiedono un autonomo accertamento.

  • Le misure alternative alla detenzione sono disciplinate dalla Legge 26 luglio 1975, n. 354, in particolare nell'articolo 47.
  • La sentenza sottolinea l'importanza della prognosi positiva, che deve essere valutata in base alle circostanze specifiche del caso.
  • Un punto cruciale del caso riguarda la proposta di revoca dell'affidamento in prova per violazioni delle prescrizioni, che ha portato alla richiesta di detenzione domiciliare.

Analisi della sentenza

01 Presidente: MOGINI STEFANO. Estensore: CASA FILIPPO. Relatore: CASA FILIPPO. Imputato: PATTARO FAUSTO. P.M. KATE TASSONE. (Conf.) Annulla con rinvio, TRIB. SORVEGLIANZA VENEZIA, 25/05/2022 563000 ISTITUTI DI PREVENZIONE E DI PENA (ORDINAMENTO PENITENZIARIO) - Misure alternative alla detenzione - Detenzione domiciliare - Tardività della richiesta proposta in udienza in subordine all'affidamento in prova - Esclusione - Fattispecie. In tema di misure alternative alla detenzione, è ammissibile la richiesta di detenzione domiciliare proposta in udienza in subordine a quella di affidamento in prova, atteso che, verificata la sussistenza delle condizioni di legge, il presupposto connesso alla formulazione di una prognosi positiva è comune alle due misure e non comporta un autonomo accertamento (Fattispecie in cui la richiesta era stata formulata nell'udienza fissata per discutere della proposta di revoca dell'affidamento in prova a causa di reiterate violazioni delle prescrizioni).

Questa sentenza ribadisce un principio già affermato in precedenti decisioni, come la n. 16442 del 2010 e la n. 21274 del 2002, che confermano la possibilità di una richiesta tardiva di detenzione domiciliare. È fondamentale che l'imputato dimostri di soddisfare le condizioni di legge per l'ammissibilità di tale misura.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 16822 del 2022 rappresenta un importante chiarimento per gli operatori del diritto e per gli imputati che desiderano accedere a misure alternative alla detenzione. La possibilità di presentare una richiesta di detenzione domiciliare in subordine all'affidamento in prova, anche in un contesto di revoca, è un'opportunità che deve essere considerata con attenzione, poiché evidenzia la flessibilità del sistema giuridico nel rispondere alle esigenze di reinserimento sociale degli individui.

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