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Analisi della Sentenza Cass. pen., Sez. V, n. 20152 del 2024: Bancarotta e Autoriciclaggio

La recente sentenza della Corte di Cassazione, Sezione V Penale, n. 20152 del 2024, offre un'importante occasione di riflessione riguardo ai confini tra bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. Nel caso in esame, l'indagato A.A., legale rappresentante della Aspera Spa, ha visto parzialmente accolto il ricorso contro l'ordinanza del Tribunale del riesame di Genova, che aveva annullato le accuse di autoriciclaggio. I giudici hanno messo in luce la necessità di chiarire la distinzione temporale e sostanziale tra i due reati, evidenziando che l'autoriciclaggio deve necessariamente rivestire una configurazione autonoma rispetto alla condotta di bancarotta.

Il Contesto Normativo

La questione centrale della sentenza riguarda l'interpretazione dell'art. 648-ter 1 del codice penale, che disciplina l'autoriciclaggio. Secondo la Corte, la condotta di autoriciclaggio si colloca temporalmente dopo la commissione del reato presupposto, in questo caso la bancarotta fraudolenta. Ciò implica che, affinché possa configurarsi il reato di autoriciclaggio, è necessario un quid pluris, ovvero un'ulteriore condotta che si discosti dalla mera distrazione del patrimonio della società.

La Corte ha evidenziato che le condotte ascritte all'indagato come distrattive integrassero anche l'addebito di autoriciclaggio, senza adeguata delimitazione cronologica delle condotte.

Distinzione tra Reati

La Corte di Cassazione, richiamando precedenti giurisprudenziali, ha sottolineato che il mero trasferimento di somme di denaro dalla società fallita a favore di altre società non integra automaticamente il reato di autoriciclaggio. È fondamentale, infatti, che vi sia un'effettiva distinzione tra la condotta di bancarotta e quella di autoriciclaggio, con l'aggiunta di un elemento dissimulatorio che ostacoli l'individuazione della provenienza illecita del denaro.

  • La condotta di bancarotta fraudolenta si configura con la distrazione del patrimonio.
  • Per l'autoriciclaggio è necessaria un'ulteriore attività che dia luogo a difficoltà nell'individuare la provenienza delittuosa.
  • La giurisprudenza ha evidenziato l'importanza del quid pluris per evitare sovrapposizioni tra i due reati.

Conclusioni

La sentenza n. 20152 del 2024 rappresenta un'importante guida per gli operatori del diritto, chiarendo i confini tra bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. La Corte di Cassazione ha ribadito l'importanza di una rigorosa interpretazione delle condotte contestate, per garantire una corretta applicazione delle norme penali. In un contesto in cui le condotte economiche possono intrecciarsi e sovrapporsi, è fondamentale mantenere chiarezza e rigore nell'analisi giuridica delle fattispecie penali.