Commento alla Sentenza n. 45788 del 2024: Appropriazione Indebita e Bancarotta Fraudolenta

La sentenza n. 45788 del 17 ottobre 2024, emessa dalla Corte di Cassazione, offre importanti spunti di riflessione sul principio giuridico del "ne bis in idem" e sulle implicazioni relative ai reati di appropriazione indebita e bancarotta fraudolenta. In questo caso, la Corte ha sottolineato come un precedente giudizio per appropriazione indebita, conclusosi con una sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione, non impedisca un successivo procedimento per bancarotta fraudolenta per distrazione dei medesimi beni. Questo chiarimento è fondamentale per comprendere le differenze tra le due fattispecie criminose e le loro specifiche caratteristiche.

Il Caso e la Decisione della Corte

Nel caso in esame, l'imputato, G. I., era stato inizialmente accusato di appropriazione indebita, ma il procedimento si era concluso per intervenuta prescrizione. Successivamente, è stato sottoposto a un nuovo procedimento per bancarotta fraudolenta per distrazione, con l'accusa di aver distratto beni durante la fase di fallimento. La Corte ha chiarito che, sebbene le due accuse riguardassero i medesimi beni, non vi fosse identità di fatto tra le fattispecie criminose. Infatti, il reato di bancarotta fraudolenta include ulteriori elementi, come l'esposizione a pericolo delle ragioni creditorie e la dichiarazione di fallimento, che ne aumentano l'offensività.

Il Principio del "Ne Bis in Idem"

"NE BIS IN IDEM" - Appropriazione indebita già giudicata con sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione - Successivo giudizio per bancarotta fraudolenta per distrazione - Violazione del principio del "ne bis in idem" - Esclusione - Ragioni. In tema di divieto di "bis in idem", il precedente giudizio per il delitto di appropriazione indebita, conclusosi con la sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione, non preclude quello successivo per bancarotta fraudolenta per distrazione dei medesimi beni, non sussistendo tra le due fattispecie criminose l'"idem factum".

La Corte, nella sua motivazione, ha chiarito che l'elemento distintivo tra le due fattispecie risiede nella differente configurazione del fatto. Mentre l'appropriazione indebita si concentra sull'atto di sottrarre beni al legittimo proprietario, la bancarotta fraudolenta per distrazione implica un'ulteriore violazione, quella della tutela dei creditori, aggravata dalla situazione di insolvenza dell'imputato.

Implicazioni Giuridiche e Riflessioni Finali

Questa sentenza rappresenta quindi un'importante conferma della necessità di analizzare ogni fattispecie criminosa in modo autonomo, evitando conclusioni affrettate che possano ledere i diritti dell'imputato o dei creditori. Le differenze sostanziali tra i reati di appropriazione indebita e bancarotta fraudolenta devono essere ben comprese, soprattutto in un contesto in cui le situazioni di crisi economica portano a un aumento delle denunce per reati patrimoniali.

In conclusione, la sentenza n. 45788 del 2024 si configura come un importante passo avanti nella chiarificazione delle norme relative alla materia, offrendo spunti di riflessione sia per i professionisti del diritto che per i cittadini comuni. La corretta applicazione del principio del "ne bis in idem" è fondamentale per garantire la giustizia e per proteggere i diritti di tutti gli attori coinvolti.

Studio Legale Bianucci