La configurabilità del delitto di truffa secondo la sentenza n. 45599 del 2024

La sentenza n. 45599 del 30 ottobre 2024 della Corte di Cassazione rappresenta un importante punto di riferimento per la comprensione del delitto di truffa, in particolare riguardo alla relazione tra la persona indotta in errore e quella che subisce il danno patrimoniale. Questo pronunciamento chiarisce che non è necessaria l'identità tra le due figure, ma è fondamentale l'esistenza di un nesso di causalità.

Il contesto della sentenza

Il caso esaminato dalla Corte riguardava l'imputato S. C., il quale aveva acquistato un immobile in regime di edilizia convenzionata, inducendo in errore la società venditrice riguardo al possesso dei requisiti necessari per stipulare il contratto. Questo comportamento ha causato un danno al comune, che ha visto sfumare gli incassi degli oneri di costruzione.

La Corte ha dunque ribadito che, per la configurabilità del reato di truffa, è sufficiente dimostrare che esista un nesso causale tra l'induzione in errore, il profitto ottenuto dall'imputato e il danno subito dalla vittima. Questo principio risulta di grande rilevanza, in quanto amplia la portata applicativa del reato di truffa, consentendo di punire comportamenti fraudolenti anche in assenza di un contatto diretto tra truffatore e truffato.

La massima della sentenza

Truffa - Diversità tra la persona indotta in errore e la persona che ha subito il danno patrimoniale - Configurabilità. Ai fini della configurabilità del delitto di truffa, non è necessaria l'identità fra la persona indotta in errore e quella che ha subito il danno patrimoniale, purché, anche in assenza di contatti diretti fra il truffatore e il truffato, sussista un nesso di causalità tra l'induzione in errore, il profitto e il danno. (Fattispecie in cui l'imputata aveva acquistato un immobile in regime di edilizia convenzionata, inducendo in errore la società venditrice in merito al possesso dei requisiti per stipulare il contratto, così da causare al comune un danno per mancato incasso degli oneri di costruzione).

Questa massima offre una chiara interpretazione del delitto di truffa, evidenziando come l'elemento essenziale non sia tanto il rapporto diretto tra le parti coinvolte, quanto la dimostrazione di un vero e proprio inganno che ha portato a un danno economico. La Corte, con questa sentenza, si inserisce in un solco giurisprudenziale già tracciato da precedenti decisioni, consolidando un orientamento che garantisce una maggiore tutela per le vittime di frodi.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 45599 del 2024 rappresenta un importante tassello nella lotta contro le frodi e le truffe in ambito patrimoniale. La sua interpretazione del reato di truffa consente di estendere la responsabilità a comportamenti ingannevoli anche quando non vi sia un contatto diretto tra l'autore del reato e la vittima. Questo approccio non solo rafforza la protezione giuridica delle vittime, ma offre anche strumenti più efficaci per perseguire i responsabili di atti fraudolenti. È fondamentale, quindi, che tanto i professionisti del diritto quanto i cittadini siano consapevoli di queste disposizioni per tutelare i propri diritti.

Studio Legale Bianucci