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Bancarotta fraudolenta: analisi della sentenza Cass. pen., Sez. V, n. 35698 del 2024

La recente sentenza della Corte Suprema di Cassazione, n. 35698 del 2024, ha offerto un'importante riflessione sul tema della bancarotta fraudolenta, in particolare riguardo alla tenuta delle scritture contabili e ai requisiti di dolo. La Corte ha annullato la sentenza della Corte di Appello di Roma, evidenziando la necessità di una corretta qualificazione giuridica della condotta dell'imputato, A.A., ex amministratore della società Museo del Tempo Srl, dichiarata fallita nel 2021.

Contesto della Sentenza

La Corte di Appello di Roma aveva confermato la condanna di A.A. a una pena di reclusione di un anno e quattro mesi per bancarotta fraudolenta documentale. L'imputato aveva depositato una documentazione parziale riguardante la società, sollevando questioni circa l'irregolarità nella tenuta delle scritture contabili. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha ritenuto che la sentenza non avesse adeguatamente considerato la qualificazione della condotta come "omessa" piuttosto che "irregolare".

In tema di bancarotta fraudolenta documentale, l'occultamento delle scritture contabili presuppone un dolo specifico, mentre la tenuta irregolare richiede solo dolo generico.

Elementi di Dolo nella Bancarotta Fraudolenta

La Corte ha evidenziato che, per configurare la bancarotta fraudolenta, è essenziale distinguere tra la condotta di omessa tenuta delle scritture contabili e quella di irregolare tenuta. La prima implica la totale assenza di documentazione, mentre la seconda si riferisce a una tenuta che, seppur presente, non consente una chiara ricostruzione della situazione economica dell'azienda. In particolare, la sentenza ha puntualizzato che:

  • La condotta di omessa tenuta richiede la prova del dolo specifico, volto a recare pregiudizio ai creditori.
  • La condotta di irregolare tenuta si integra con dolo generico, in quanto presuppone che le scritture contabili siano state effettivamente esaminate.

Questa distinzione è fondamentale, poiché influisce sulle modalità di accertamento del reato e sui relativi effetti giuridici.

Conclusioni

La sentenza della Cassazione rappresenta un importante chiarimento in materia di bancarotta fraudolenta, sottolineando l'importanza di una rigorosa analisi dei documenti contabili e della qualificazione delle condotte ad esse correlate. Con il rinvio alla Corte di Appello di Roma, si chiede di riconsiderare il caso alla luce di queste indicazioni, garantendo un'adeguata tutela dei diritti dei creditori e una corretta applicazione della normativa fallimentare.