Commento alla sentenza n. 23262 del 2023: Crimini contro l'umanità e imprescrittibilità

La sentenza n. 23262 del 3 maggio 2023, emessa dalla Corte di Cassazione, rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro l'impunità dei crimini contro l'umanità. Questo pronunciamento chiarisce che, in caso di estradizione, non può essere invocata la prescrizione del reato quando si tratta di crimini che offendono i diritti fondamentali dell'umanità e violano lo jus cogens.

Il principio di imprescrittibilità

La Corte ha stabilito che i crimini contro l'umanità, come gli omicidi e le torture, non sono soggetti a prescrizione. Questo principio trova conferma non solo nella normativa nazionale, ma anche nello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, ratificato dall'Uruguay, in cui si afferma che tali crimini devono essere perseguiti senza limiti temporali. Questo è un concetto fondamentale nel diritto internazionale, poiché i crimini contro l'umanità ledono diritti universali e non possono essere ignorati o minimizzati.

Crimini contro l'umanità - Motivi ostativi alla consegna - Prescrizione del reato - Esclusione - Ragioni - Fattispecie. In tema di estradizione passiva, non può essere addotta quale motivo ostativo alla consegna l'avvenuta prescrizione ove siano in contestazione crimini contro l'umanità, i quali offendono gli interessi transnazionali e violano lo "jus cogens", ovvero quelle norme di diritto vivente considerate da tutti gli Stati universalmente vincolanti, che, poste al vertice dell'ordinamento internazionale, prevalgono su ogni altra norma di legge, sia convenzionale che consuetudinaria, essendo incorporate nell'ordinamento interno dall'art. 10 Cost. (Fattispecie in tema di estradizione richiesta dal governo uruguaiano nei confronti di un cittadino di quel Paese, all'epoca militare, indagato per l'omicidio di un oppositore del regime deceduto a cagione delle torture subite, nella quale la Corte ha rilevato che il principio di imprescrittibilità dei crimini contro l'umanità è affermato anche dallo Statuto di Roma della Corte penale internazionale, ratificato dall'Uruguay, ed ha evidenziato che l'art. 4 legge 14 luglio 2017, n. 110, esclude che possa essere riconosciuta alcuna forma di immunità agli stranieri indagati o condannati all'estero per fatti integranti tortura).

Le implicazioni della sentenza

Le ripercussioni di questa sentenza sono significative. Essa non solo rafforza il principio di responsabilità individuale per crimini atroci, ma chiarisce anche che le leggi nazionali non possono essere usate come scudo per evitare la giustizia. In particolare, l'articolo 4 della Legge 14 luglio 2017, n. 110, sottolinea che non può essere riconosciuta alcuna forma di immunità per stranieri accusati di torture. Questo rappresenta un passo fondamentale verso un sistema giuridico più giusto e equo.

  • Imprescrittibilità dei crimini contro l'umanità.
  • Principio di responsabilità individuale.
  • Immunità non applicabile in caso di torture.

Conclusioni

In sintesi, la sentenza n. 23262 del 2023 costituisce un importante chiarimento giuridico in tema di estradizione e crimini contro l'umanità. Essa riafferma la necessità di perseguire i responsabili di tali crimini senza alcuna eccezione, contribuendo così alla costruzione di un sistema giuridico che tuteli i diritti fondamentali dell'umanità. È fondamentale che ogni Stato adotti questi principi, garantendo così giustizia e verità per le vittime di atrocità.

Studio Legale Bianucci