Bancarotta Fraudolenta: Analisi della Sentenza Cass. pen., Sez. V, n. 36856 del 2024

La recente sentenza della Corte di Cassazione, Sez. V, n. 36856 del 2024, fornisce una chiara interpretazione riguardo alla bancarotta fraudolenta, con particolare attenzione alle condotte di distrazione e dissipazione dei beni aziendali. La questione centrale riguarda la responsabilità degli amministratori di società fallite e le modalità attraverso cui possono essere ritenuti colpevoli di reati fallimentari.

Il Contesto della Sentenza

La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di A.A. e B.B., accusati di bancarotta fraudolenta in relazione alla gestione della "Faber Beach Srl". I ricorrenti sostenevano che le operazioni contestate non configurassero una distrazione dei beni, poiché i pagamenti effettuati tramite bonifico erano diretti al soddisfacimento di debiti preesistenti. Tuttavia, la Corte ha ribadito che il delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione sussiste quando vi è un allontanamento dei beni dal patrimonio sociale senza che vi sia un corrispettivo adeguato.

Per consolidato orientamento della giurisprudenza di legittimità, integra il delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione qualunque operazione diretta a distaccare dal patrimonio sociale beni senza immettervi il corrispettivo.

Principi Giuridici Richiamati

La Corte ha richiamato numerosi precedenti giurisprudenziali che chiariscono la distinzione tra bancarotta fraudolenta per distrazione e dissipazione. Nella prima figura, l'atto di depauperamento è diretto a sottrarre beni dal patrimonio sociale, mentre nella seconda si tratta di un uso distorto dei beni stessi. È stato sottolineato che la condotta di distrazione non richiede necessariamente che l'impresa si trovi in stato di insolvenza al momento dell'atto.

  • La distrazione di beni deve risultare da operazioni senza alcun utile per il patrimonio sociale.
  • La dissipazione implica scelte imprudenti e incongrue rispetto alle esigenze aziendali.
  • Le operazioni devono essere valutate non solo nel loro aspetto formale ma anche nella sostanza economica.

Conclusioni e Riflessioni Finali

La sentenza n. 36856 del 2024 rappresenta un importante richiamo alla responsabilità degli amministratori e al rispetto delle norme fallimentari. Essa evidenzia come le condotte che, pur sembrare inizialmente legittime, possano in realtà nascondere intenti fraudolenti. La Corte ha dato mandato di rivalutare le pene accessorie, sottolineando la necessità di un giudizio equo e proporzionato in base alla gravità delle condotte riscontrate.

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