La sentenza n. 17015 del 21 dicembre 2022, depositata il 21 aprile 2023, della Corte di Cassazione, affronta un tema cruciale in materia di diritto penale tributario. Essa chiarisce l’applicabilità della circostanza attenuante dell’attivo ravvedimento, prevista dall’articolo 62, comma primo, n. 6 del Codice Penale, ai reati tributari, specificando le ragioni della sua esclusione in tali casi.
La Corte di Cassazione ha stabilito che la circostanza attenuante dell’attivo ravvedimento non può essere applicata ai reati previsti dal decreto legislativo n. 74 del 10 marzo 2000. Questo perché, secondo i giudici, il ravvedimento attivo si riferisce unicamente a situazioni in cui si elidono o attenuano conseguenze non identificabili in un danno patrimoniale o non patrimoniale risarcibile economicamente.
Circostanza dell'attivo ravvedimento di cui all'art. 62 n. 6, cod. pen. - Applicabilità ai reati tributari - Esclusione - Ragioni. In tema di reati tributari, la circostanza attenuante dell'attivo ravvedimento di cui all'art. 62, comma primo, n. 6, seconda parte, cod. pen., in quanto riferita alla sola elisione o attenuazione delle conseguenze che non si identificano in un danno patrimoniale o non patrimoniale economicamente risarcibile, non è applicabile ai delitti previsti dal d.lgs. 10 marzo 2000, n. 74, nei quali il "risarcimento del danno" cagionato all'Erario costituisce fatto autonomo, specificamente previsto dagli artt. 13, 13-bis e 14 del decreto citato, quale causa di non punibilità o circostanza attenuante, ove avvenuto nei modi, con le forme e nei tempi indicati nelle indicate disposizioni.
Questa sentenza evidenzia l'importanza di distinguere tra le diverse categorie di reati e le relative misure di attenuazione. Infatti, nei delitti tributari, il risarcimento del danno all'Erario assume un ruolo centrale, costituendo una causa autonoma di non punibilità o una circostanza attenuante. Le disposizioni degli articoli 13, 13-bis e 14 del d.lgs. n. 74/2000 disciplinano esplicitamente le modalità e i tempi per il risarcimento, differenziando ulteriormente questi reati da quelli generali previsti dal Codice Penale.
In conclusione, la sentenza n. 17015 del 2022 della Corte di Cassazione rappresenta un importante passo nella definizione della disciplina dei reati tributari. Essa chiarisce che, sebbene l'attivo ravvedimento possa costituire un'opzione per attenuare le conseguenze di alcuni reati, non può essere invocato in materia tributaria a meno che non si segua il regime specifico previsto dalla legge. Ciò implica per i contribuenti e per i professionisti del settore una maggiore attenzione alle normative vigenti e alle modalità di risarcimento in caso di violazioni tributarie.