La Sentenza n. 40015 del 23 ottobre 2024, depositata il 30 ottobre 2024, rappresenta un'importante pronuncia della Corte di Cassazione riguardo alla materia dei bonus edilizi e alle modalità di ottenimento dei crediti di imposta. In particolare, la Corte ha specificato che la condotta di chi ottiene il riconoscimento del credito di imposta attraverso la trasmissione di false fatture, attestanti opere non realizzate, integra il delitto di truffa aggravata ai sensi dell'art. 640-bis del Codice Penale, escludendo la configurabilità dell'indebita percezione di erogazioni pubbliche ai sensi dell'art. 316-ter del Codice Penale.
La legge italiana, attraverso il Decreto Legge 19/05/2020 n. 34, ha introdotto misure fiscali agevolative per il settore edilizio, conosciute come 'bonus edilizi'. Questi incentivi hanno l'obiettivo di promuovere la ristrutturazione e l'efficienza energetica degli edifici, ma hanno anche aperto la porta a possibili abusi. La Corte ha chiarito che, in caso di trasmissione di false fatture, si configura un reato di truffa aggravata, in quanto l'amministrazione pubblica viene indotta in errore e riconosce il diritto al credito di imposta sulla base di informazioni false.
Riconoscimento del credito di imposta previsto dalla legislazione in materia di "bonus" edilizi - Per effetto della trasmissione di false fatture attestanti l’esecuzione di opere in realtà mai realizzate - Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche - Configurabilità del reato - Indebita percezione di erogazioni pubbliche - Esclusione - Ragioni. Integra il delitto di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, di cui all'art. 640-bis cod. pen., e non quello di indebita percezione di erogazioni pubbliche, cui all'art. 316-ter cod. pen., la condotta di chi ottiene il riconoscimento del credito di imposta previsto dalla legislazione in materia di "bonus" edilizi per effetto della trasmissione di false fatture attestanti l'esecuzione di opere in realtà mai realizzate, posto che il riconoscimento del diritto da parte dell'amministrazione avviene in conseguenza dell'induzione in errore, realizzata con la produzione delle false fatture.
Questa affermazione della Corte sottolinea l'importanza della verità e della trasparenza nelle transazioni commerciali, in particolare nel settore pubblico. La distinzione tra truffa aggravata e indebita percezione è cruciale: la prima richiede l'elemento dell'inganno, mentre la seconda si riferisce a comportamenti che, sebbene scorretti, non necessariamente inducono in errore l'amministrazione. La sentenza chiarisce che, in presenza di false fatture, si realizza un inganno diretto, configurando così la truffa aggravata.
La Sentenza n. 40015 del 2024 offre una chiara e precisa interpretazione della normativa vigente in materia di bonus edilizi e dei reati correlati. Essa evidenzia la necessità di mantenere elevati standard di correttezza e onestà nelle pratiche commerciali, soprattutto quando si interagisce con l'amministrazione pubblica. Le imprese e i professionisti del settore devono prestare particolare attenzione alla documentazione e alle pratiche utilizzate per l'ottenimento dei crediti d'imposta, al fine di evitare conseguenze legali gravi e danni alla propria reputazione.