La recente sentenza della Corte di Cassazione, Sezione V Penale, n. 7354 del 19 febbraio 2024, offre importanti spunti di riflessione per gli operatori del diritto e gli amministratori di società. La pronuncia riguarda il caso di A.A., condannato per abuso d'ufficio a seguito della rinuncia a un credito vantato dalla II Progetto Verde Srl nei confronti della II Borgo Nuovo Srl. La Corte ha annullato la sentenza precedente, riportando l'attenzione su elementi chiave della normativa e della giurisprudenza sul tema.
Nel caso in esame, la Corte d'Appello di Firenze aveva condannato A.A. alla pena di giustizia per aver rinunciato a un credito di oltre 774.000 euro durante un'assemblea della società partecipata. La decisione si fondava sulla presunta responsabilità per danno patrimoniale arrecato alla società. Tuttavia, A.A. ha impugnato la sentenza, sostenendo che la rinuncia fosse un atto neutro, in quanto il credito era già assoggettato a postergazione e il patrimonio della debitrice era incapiente.
La giurisprudenza richiede che il danno patrimoniale sia intenzionalmente cagionato alla società, con dolo specifico da parte dell'amministratore.
La Corte ha messo in luce alcuni principi fondamentali riguardanti l'abuso di ufficio. In particolare, ha ribadito che, per configurare il reato di cui all'art. 2634 cod. civ., è necessario che sussistano determinati presupposti:
Questa sentenza chiarisce che la mera rinuncia a un credito, in assenza di intenzionalità di danneggiare la società, non può costituire reato. La Corte ha anche sottolineato come la valutazione del pregiudizio derivante dalla rinuncia debba considerare la dinamica dell'attività economica e non limitarsi a dati statici, come il patrimonio immobiliare della debitrice.
In conclusione, la sentenza n. 7354/2024 della Corte di Cassazione rappresenta un importante passo avanti nella definizione dei confini dell'abuso d'ufficio in ambito societario. Gli amministratori devono essere consapevoli della necessità di evitare conflitti di interesse e di agire nel migliore interesse della società. Questa decisione fornisce un quadro giuridico più chiaro su come debbano essere interpretate le azioni di rinuncia a crediti e le responsabilità correlate, sottolineando l'importanza di un dolo specifico per la configurazione del reato.