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Commento alla Sentenza n. 15852 del 2023: Sequestro Preventivo e Diritto al Contraddittorio

La sentenza n. 15852 del 28 febbraio 2023 rappresenta un importante intervento della giurisprudenza italiana in materia di misure cautelari reali, in particolare per quanto riguarda il sequestro preventivo. Questo provvedimento, come stabilito dall'articolo 321 del Codice di Procedura Penale, ha come finalità principale quella di garantire l'efficacia dell'eventuale confisca dei beni al termine del procedimento penale. Tuttavia, la sentenza in questione chiarisce i limiti di questa misura cautelare, ponendo l'accento sul diritto al contraddittorio dell'interessato.

Il Contesto Normativo e la Sentenza

La Corte ha dichiarato illegittima l'ordinanza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che aveva confermato un sequestro preventivo per finalità di confisca. La motivazione alla base di questa decisione risiede nella violazione del diritto al contraddittorio dell'imputato, il quale non può essere privato della possibilità di contestare le ragioni del sequestro. In particolare, la Corte ha evidenziato che il Tribunale non ha soltanto integrato la motivazione del decreto impugnato, ma ha di fatto adottato un provvedimento di sequestro diverso, in violazione delle garanzie procedurali previste dalla legge.

Sequestro preventivo emesso a fini impeditivi - Conferma in sede di riesame per finalità di confisca - Legittimità - Esclusione - Ragioni. È illegittima l'ordinanza con cui il Tribunale, in sede di riesame del sequestro preventivo disposto su conforme richiesta del pubblico ministero ai sensi del primo comma dell'art. 321 cod. proc. pen., confermi la misura cautelare reale per finalità di confisca ai sensi del secondo comma dell'art. 321, cod. proc. pen., atteso che in tal modo lo stesso non si limita - com'è nel suo potere - ad integrare la motivazione del decreto impugnato, ma sostanzialmente adotta un diverso provvedimento di sequestro in pregiudizio del diritto al contraddittorio dell'interessato.

Le Implicazioni della Sentenza

Le conseguenze di questa sentenza sono significative per la tutela dei diritti degli imputati. Infatti, essa sottolinea come il sequestro preventivo, pur essendo uno strumento fondamentale per il contrasto alla criminalità, non può prescindere dal rispetto dei diritti fondamentali. In particolare, il diritto al contraddittorio deve essere garantito in ogni fase del procedimento, e qualsiasi decisione che possa incidere su tale diritto deve essere adeguatamente motivata.

  • Rafforzamento del diritto al contraddittorio.
  • Necessità di motivazione chiara e specifica nelle ordinanze di sequestro.
  • Possibili ripercussioni sulla validità delle misure cautelari adottate.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 15852 del 2023 rappresenta un passo importante verso una giustizia più equa e rispettosa dei diritti degli imputati. Essa riafferma il principio che le misure cautelari, pur necessarie in alcuni contesti, devono sempre essere bilanciate con il diritto al contraddittorio e alla difesa. La Corte ha fornito un importante chiarimento su come le decisioni relative al sequestro preventivo debbano essere adottate, ponendo in rilievo l'importanza della motivazione e del rispetto delle garanzie procedurali.