La recente sentenza n. 14854 del 25 gennaio 2023 offre spunti di riflessione importanti per gli operatori del diritto, in particolare per quanto riguarda la disciplina del giudizio cartolare di appello. In questo contesto, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio una decisione della Corte d'Appello di Milano, stabilendo che il deposito tardivo delle conclusioni scritte da parte del Procuratore Generale integra una nullità di ordine generale a regime intermedio. Tale pronuncia si inserisce nel quadro delle misure emergenziali adottate per fronteggiare la pandemia da Covid-19.
Il giudizio cartolare è un procedimento previsto dal codice di procedura penale italiano, caratterizzato da una particolare celerità e semplificazione, che si è rivelato particolarmente utile durante la crisi sanitaria. Tuttavia, le modifiche normative introdotte dal Decreto Legge n. 137 del 2020, convertito dalla Legge n. 176 del 2020, hanno imposto scadenze e modalità di deposito che devono essere seguite rigorosamente. L'articolo 23-bis di questo decreto stabilisce tempistiche specifiche per il deposito delle conclusioni, ed è su questo punto che si è concentrata l'attenzione della Corte.
Giudizio cartolare di appello - Disciplina emergenziale per il contenimento della pandemia da Covid-19 - Conclusioni scritte del Procuratore generale - Deposito tardivo - Nullità di ordine generale a regime intermedio - Sussistenza - Ragioni. Nel giudizio cartolare di appello celebrato nel vigore della disciplina emergenziale per il contenimento della pandemia da Covid-19, integra una nullità di ordine generale a regime intermedio, per violazione dell'art. 178, comma 1, lett. c), cod. proc. pen., il deposito tardivo, da parte del Procuratore Generale, delle conclusioni scritte per l'udienza, avvenuto dopo il deposito, da parte della difesa, delle proprie conclusioni, in quanto incidente sull'effettiva partecipazione dell'imputato al processo e sull'esercizio delle facoltà difensive, non potendosi ipotizzare un onere aggiuntivo di replica per la difesa, in violazione delle scansioni temporali previste dall'art. 23-bis d.l. 28 ottobre 2020, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176.
Nel caso specifico, il deposito delle conclusioni da parte del Procuratore Generale è avvenuto dopo che la difesa aveva già presentato le proprie, creando una situazione di squilibrio. La Corte ha sottolineato che tale deposito tardivo non solo ha violato le tempistiche stabilite, ma ha anche compromesso l'effettiva partecipazione dell'imputato e il suo diritto di difesa. Questo aspetto è fondamentale nel diritto processuale penale, dove il rispetto delle tempistiche è cruciale per garantire un processo equo.
La sentenza n. 14854 del 2023 ci ricorda l'importanza del rispetto delle regole processuali, soprattutto in periodi di emergenza. Le decisioni della Corte di Cassazione in merito alla nullità per deposito tardivo non solo tutelano i diritti degli imputati, ma affermano anche un principio di giustizia che deve essere garantito in ogni fase del procedimento. Gli operatori del diritto devono prestare particolare attenzione a queste disposizioni, per garantire che il processo penale rimanga un baluardo di equità e giustizia, anche in situazioni straordinarie.