La recente sentenza n. 40301 della Corte di Cassazione, emessa il 25 settembre 2024, ha sollevato un'importante discussione riguardo l'applicabilità dell'aggravante prevista dall'art. 61, comma primo, n. 11-quinquies del codice penale nel contesto degli atti persecutori. La decisione si è concentrata sull'interazione tra il reato di atti persecutori, disciplinato dall'art. 612-bis cod. pen., e le specifiche aggravanti legate alla presenza di un minore.
Il codice penale italiano prevede diverse aggravanti per reati specifici, destinati a garantire una protezione maggiore a categorie vulnerabili, come i minori. Tuttavia, la Corte ha stabilito che l'aggravante di cui all'art. 61, comma primo, n. 11-quinquies non si applica al reato di atti persecutori. Questo perché tale aggravante è prevista esclusivamente per delitti non colposi contro la vita, l'incolumità personale e la libertà personale, categorie in cui non rientra il reato di atti persecutori.
Atti persecutori - Aggravante di cui all'art. 61, comma primo, n.11-quinquies, cod. pen. - Applicabilità - Esclusione - Ragioni. L'aggravante del fatto commesso in presenza o in danno di un minore di cui all'art. 61, comma primo, n. 11-quinquies cod. pen. non è applicabile al reato di atti persecutori, sia in quanto prevista solo per i delitti non colposi contro la vita e l'incolumità personale e contro la libertà personale, tra i quali non rientra il reato di cui all'art. 612-bis cod. pen., sia per l'esistenza della specifica circostanza aggravante ad effetto speciale di cui all'art. 612-bis, comma terzo, cod. pen., che richiede non già la sola presenza, ma che la condotta sia rivolta a danno del minore.
La Corte ha sottolineato che, sebbene l'intenzione del legislatore fosse quella di proteggere i minori da comportamenti dannosi, nel caso specifico degli atti persecutori esiste una circostanza aggravante specifica. Quest'ultima richiede che la condotta dell'autore sia diretta specificamente a danneggiare il minore, e non si limiti alla mera presenza del minore durante la commissione del reato. Questo chiarimento è cruciale per evitare confusioni interpretative e per delimitare con precisione il campo d'applicazione delle varie norme.
La sentenza n. 40301 del 2024 rappresenta un importante passo avanti nella chiarificazione delle norme riguardanti gli atti persecutori e l'aggravante per i minori. Essa ribadisce la necessità di una lettura attenta e contestualizzata delle disposizioni normative, affinché si possano garantire adeguate forme di protezione per le categorie più vulnerabili. È essenziale, per i professionisti del diritto e per i cittadini, comprendere la portata di queste decisioni, che contribuiscono a definire il confine tra le diverse fattispecie di reato e le relative aggravanti.