La sentenza n. 37409 del 10 settembre 2024, depositata il 10 ottobre 2024, offre un importante chiarimento in materia di sequestro probatorio di dispositivi elettronici e la successiva gestione dei dati personali in essi contenuti. Il caso in esame coinvolge l’imputato S. V. e affronta la questione della proporzionalità dei mezzi di ricerca della prova rispetto alla tutela dei dati personali non rilevanti per le indagini.
Il tema del sequestro probatorio è regolato dal Nuovo Codice di Procedura Penale, in particolare dagli articoli 253 e 254, che disciplinano le modalità di esecuzione del sequestro e la protezione dei diritti delle persone coinvolte. In questo caso, la Corte ha stabilito che, qualora i dispositivi elettronici siano stati restituiti all’avente diritto dopo l’estrazione di una copia forense, è possibile richiedere un riesame per verificare la proporzionalità del vincolo. Questo principio è cruciale per garantire che la privacy degli individui sia rispettata anche nel contesto delle indagini penali.
Sequestro probatorio di dispositivi informatici - Restituzione all’avente diritto previa estrazione di copia forense - Interesse all'impugnazione al fine della verifica della proporzionalità del vincolo in ordine a dati personali - Configurabilità - Condizioni. In tema di sequestro probatorio, ove il vincolo riguardi dispositivi elettronici, contenenti dati informatici, già restituiti all'avente diritto in esito all'estrazione di "copia forense", è ammissibile la richiesta di riesame finalizzata alla verifica della proporzionalità del mezzo di ricerca della prova rispetto ai dati personali non rilevanti a fini investigativi nel solo caso in cui sia dimostrata la sussistenza di un interesse concreto ed attuale alla disponibilità esclusiva dei dati contenuti nella copia estratta.
Questa massima evidenzia che il diritto alla privacy non può essere trascurato nemmeno durante la fase di indagine, e che per richiedere un riesame è necessario dimostrare un interesse concreto alla disponibilità dei dati. Ciò significa che la mera esistenza di dati personali all’interno di un dispositivo non giustifica automaticamente un intervento invasivo; occorre che vi sia un interesse legittimo e attuale.
La sentenza n. 37409 del 2024 ha diverse implicazioni pratiche:
Questi aspetti rendono la sentenza un punto di riferimento importante per avvocati e giuristi, poiché stabilisce un precedente che potrebbe influenzare futuri casi di sequestro probatorio.
In conclusione, la sentenza n. 37409 del 2024 rappresenta un passo significativo verso una maggiore tutela dei diritti individuali nel contesto delle indagini penali. La Corte ha saputo bilanciare le esigenze di giustizia con la necessità di proteggere i dati personali, assicurando che il sequestro probatorio non diventi un pretesto per violare la privacy. Gli avvocati dovranno tenere in considerazione queste nuove indicazioni nel rappresentare i propri clienti, sia in fase di indagine che di processo.