• via Alberto da Giussano, 26, 20145 Milano
  • +39 02 4003 1253
  • info@studiolegalebianucci.it
  • Avvocato Penalista, Matrimonialista, Divorzista

Analisi della Sentenza Cass. pen., Sez. V, n. 16115 del 2024: Bancarotta Fraudolenta e Dolo Generico

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16115 del 2024, si è pronunciata su un caso di bancarotta fraudolenta, affrontando questioni cruciali riguardanti l'elemento soggettivo del reato e la responsabilità penale degli amministratori di società in fallimento. La decisione ripercorre i principi consolidati della giurisprudenza in materia e chiarisce le conseguenze giuridiche delle condotte illecite nel contesto delle procedure fallimentari.

Il Caso e le Accuse

Il ricorrente, A.A., amministratore della società VT CARNI Srl, è stato condannato per bancarotta fraudolenta distrattiva e documentale. La Corte d'appello di Milano aveva confermato la condanna, evidenziando come l'amministratore avesse effettuato pagamenti non giustificati a favore di familiari, proprio prima della dichiarazione di fallimento. Questo comportamento ha alimentato la presunzione di dolo, non necessitando di una prova diretta dello stato di insolvenza.

La Corte di appello ha stabilito che per l'integrazione del reato di bancarotta fraudolenta è sufficiente la volontà consapevole di destinare le risorse aziendali a scopi estranei all'attività sociale.

Gli Aspetti Giuridici della Sentenza

  • Elemento Soggettivo del Reato: La Corte ha ribadito che il dolo generico è sufficiente per configurare la bancarotta fraudolenta, senza necessità di dimostrare la consapevolezza dell'insolvenza.
  • Bancarotta Documentale: I Giudici hanno ritenuto che l'assenza di scritture contabili dettagliate impedisse la ricostruzione del patrimonio societario, configurando il dolo generico.
  • Continuazione dei Reati: È stata confermata la possibilità di ricondurre a un unico giudizio di continuazione le condotte di bancarotta relative a diverse procedure fallimentari.

Conclusioni

La sentenza n. 16115 del 2024 costituisce un importante riferimento per la materia della bancarotta fraudolenta, chiarendo come il dolo generico possa essere desunto anche da comportamenti che, a prima vista, potrebbero sembrare isolati o non significativi. Gli amministratori devono essere consapevoli delle responsabilità legate alla gestione delle risorse aziendali e delle conseguenze legali delle loro azioni, specialmente in contesti di crisi economica. Questa pronuncia della Corte di Cassazione, pertanto, offre spunti di riflessione sia per i professionisti del diritto che per gli imprenditori sulla necessità di una gestione trasparente e responsabile delle attività societarie.