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Bancarotta Fraudolenta: Analisi della Sentenza Cass. pen., Sez. V, n. 36856 del 2024

La recente sentenza della Corte di Cassazione, Sezione V Penale, n. 36856 del 2024, si pone come un importante punto di riferimento nella giurisprudenza riguardante il reato di bancarotta fraudolenta. La corte ha esaminato le condotte di A.A. e B.B., accusati di bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione e dissipazione, confermando in parte le decisioni di merito ma accogliendo alcuni motivi di ricorso. Questo articolo si propone di analizzare i principali aspetti giuridici sollevati dalla sentenza, chiarendo le distinzioni fondamentali tra le diverse fattispecie di bancarotta e le implicazioni legali per gli amministratori di società.

Il Caso e i Motivi di Ricorso

La Corte di Appello di Roma, con sentenza del 25 gennaio 2023, aveva confermato la condanna di A.A. e B.B., amministratori di fatto e di diritto della società “Faber Beach Srl”, per bancarotta fraudolenta. In particolare, i ricorrenti hanno contestato la decisione, sostenendo che non vi fosse stata distrazione patrimoniale in quanto il pagamento di 76.000 euro a favore della società fallita avrebbe rappresentato un adempimento di un'obbligazione personale di garanzia. Tuttavia, la Corte ha ritenuto che l’operazione fosse finalizzata a depauperare il patrimonio sociale a danno dei creditori, senza che il corrispettivo fosse effettivamente reinvestito nella società.

La Corte ha evidenziato che la condotta di distrazione si concretizza nel distacco dal patrimonio sociale di beni senza un corrispettivo utile per il soddisfacimento delle ragioni creditorie.

La Distinzione tra Distrazione e Dissipazione

Un aspetto cruciale della sentenza riguarda la differenziazione tra le condotte di distrazione e dissipazione. La distrazione implica il trasferimento di beni dal patrimonio sociale senza un adeguato corrispettivo, mentre la dissipazione si riferisce a un uso distorto e incongruo delle risorse aziendali. Nella sentenza in esame, la Corte ha affermato che l'operazione contestata integra il delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione, in quanto ha comportato un evidente depauperamento del patrimonio della società fallita.

  • Distrazione: trasferimento di beni senza corrispettivo utile.
  • Dissipazione: uso dei beni in modo incongruo rispetto all'oggetto sociale.

Le Implicazioni Legali e le Pene Accessorie

Un altro elemento rilevante della sentenza è la questione delle pene accessorie. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza limitatamente alla durata delle pene accessorie, richiedendo un nuovo esame da parte della Corte di Appello di Roma. La Corte ha sottolineato che la durata delle pene accessorie deve essere determinata in base ai criteri di cui all'art. 133 c.p., e non può essere automaticamente rapportata alla pena principale. Questo aspetto evidenzia l'importanza di una valutazione discrezionale da parte del giudice nel determinare le sanzioni per i reati di bancarotta fraudolenta.

Conclusioni

La sentenza n. 36856 del 2024 rappresenta un'importante chiarificazione nel campo del diritto penale fallimentare, in particolare per quanto concerne le condotte di bancarotta fraudolenta. Le distinzioni tra i vari tipi di bancarotta sono fondamentali per la corretta applicazione della legge e per la protezione dei diritti dei creditori. La Corte di Cassazione ha ribadito la necessità di un'analisi attenta delle operazioni aziendali in contesti di insolvenza, evidenziando come anche azioni apparentemente innocue possano comportare responsabilità penali significative per gli amministratori. In un contesto di crescente attenzione alla compliance e alla responsabilità degli amministratori, questa sentenza si pone come un monito per chi opera nel settore aziendale.