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Bancarotta fraudolenta: analisi della sentenza Cass. pen., Sez. V, n. 51207 del 2023

Il 21 dicembre 2023, la Corte di Cassazione ha emesso una sentenza significativa in materia di bancarotta fraudolenta, confermando la condanna di A.A., liquidatore di una società fallita, per il reato di bancarotta documentale semplice. La pronuncia, oltre a trattare l'applicazione della legge fallimentare, solleva importanti questioni relative ai diritti di difesa e alla determinatezza delle norme incriminatrici.

Il contesto della sentenza

La Corte di Appello di L'Aquila aveva già condannato A.A., ritenendolo responsabile della mancata tenuta delle scritture contabili obbligatorie. In particolare, il liquidatore era stato accusato di non aver consegnato alla curatela i libri contabili necessari per una corretta gestione del fallimento. A fronte di questa condanna, A.A. ha presentato ricorso, sollevando tre motivi di impugnazione.

Le motivazioni del ricorso

Nel primo motivo, A.A. ha eccepito l'illegittimità costituzionale della norma che punisce l'irregolarità delle scritture contabili. Tuttavia, la Corte ha respinto tale argomentazione, citando precedenti giurisprudenziali che stabiliscono come la normativa di riferimento non violi i principi di tipicità e offensività, poiché il legislatore ha fatto riferimento a obblighi ben conosciuti dagli imprenditori.

Il bene giuridico tutelato dalla norma incriminatrice è leso ogniqualvolta l'irregolare tenuta delle scritture contabili impedisca alle stesse di assolvere alla loro tipica funzione di accertamento.

Nel secondo motivo, A.A. ha sottolineato l'assoluzione da un'altra imputazione di bancarotta per distrazione, sostenendo che non potesse essere ritenuto responsabile della mancata consegna delle scritture. Anche in questo caso, la Corte ha ritenuto che il fatto di non aver tenuto le scritture contabili fosse sufficiente per integrare la fattispecie di bancarotta documentale.

Le conclusioni della Corte

Infine, nel terzo motivo, A.A. ha invocato l'applicazione della causa di non punibilità prevista dall'art. 131-bis c.p., ma la Corte ha ritenuto inammissibile tale argomentazione, poiché non si era dimostrata l'assenza di fattori che giustificassero la punibilità.

  • Conferma della condanna per bancarotta documentale.
  • Rigetto delle eccezioni di illegittimità costituzionale.
  • Riconoscimento della gravità della condotta del liquidatore.

Conclusioni

La sentenza n. 51207 del 2023 rappresenta un importante punto di riferimento nel campo della bancarotta fraudolenta, ribadendo la necessità per i liquidatori di rispettare rigorosamente le disposizioni relative alla tenuta delle scritture contabili. Essa chiarisce anche i limiti del diritto di difesa in presenza di comportamenti che possano compromettere la trasparenza nella gestione di un fallimento. Tale pronuncia sottolinea l'importanza della responsabilità dei professionisti del settore e l'attenzione della giurisprudenza verso la tutela degli interessi dei creditori.