La sentenza n. 17225 del 14 marzo 2023, emessa dalla Corte di Cassazione, offre un'importante riflessione sul tema delle indagini difensive nel contesto processuale italiano. In particolare, la pronuncia si concentra sull'inutilizzabilità delle dichiarazioni scritte ricevute dal difensore, in assenza della relativa relazione di autenticazione prevista dall'art. 391-ter del codice di procedura penale. Questo aspetto giuridico non solo evidenzia l'importanza delle forme procedurali, ma mette in risalto anche i diritti dell'indagato.
Il codice di procedura penale italiano disciplina in modo preciso le modalità con cui devono essere effettuate le indagini difensive. In particolare, l'articolo 391-ter stabilisce che le dichiarazioni scritte devono essere accompagnate da una relazione di autenticazione che ne garantisca la validità. L'assenza di tale documento comporta l'inutilizzabilità delle dichiarazioni, come chiarito dalla sentenza in esame.
Investigazioni difensive – Dichiarazioni scritte ricevute dal difensore - Omessa redazione della relazione di cui all'art. 391-ter cod. proc. pen. - Inutilizzabilita - Ragioni. In tema di indagini difensive, sono inutilizzabili le dichiarazioni scritte ricevute dal difensore, alle quali non sia allegata la relazione di autenticazione scritta di cui all'art. 391-ter cod. proc. pen., posto che le modalità di documentazione ivi previste, prescritte dal disposto di cui al comma 2 dell'art. 391-bis cod. proc. pen., assicurano l'adempimento degli oneri informativi imposti dal successivo comma 3, richiesto, a pena di inutilizzabilità, dal comma 6 della medesima disposizione.
La Corte, con questa massima, sottolinea come l'adeguata documentazione delle indagini difensive non sia solo una questione formale, ma un elemento essenziale per garantire i diritti dell'imputato. L'articolo 391-bis del codice di procedura penale, infatti, stabilisce oneri informativi che devono essere rispettati per assicurare la trasparenza e la corretta conduzione delle indagini.
Le conseguenze pratiche della sentenza n. 17225 del 2023 sono significative. In primo luogo, essa richiama l'attenzione degli avvocati e dei difensori sull'importanza di rispettare le forme previste dalla legge. Un errore nella redazione della relazione di autenticazione potrebbe comportare l'inutilizzabilità delle prove raccolte, con gravissime ripercussioni sul processo e sulla difesa dell'imputato.
Inoltre, la pronuncia si inserisce in un filone giurisprudenziale che tende a valorizzare le garanzie processuali, in linea con i principi stabiliti dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, che sottolinea l'importanza del diritto a un processo equo.
La sentenza n. 17225 del 2023 rappresenta un importante punto di riferimento per tutti gli operatori del diritto. Essa evidenzia come la formalità nelle indagini difensive non debba essere trascurata, e come la corretta documentazione delle dichiarazioni scritte sia fondamentale per garantire la legittimità delle prove. In un sistema giuridico complesso come quello italiano, il rispetto delle procedure non è solo una questione di forma, ma una vera e propria garanzia di giustizia per l'imputato.