Analisi della Sentenza n. 17038 del 2022: la Ricusazione del Magistrato in Appello

La sentenza n. 17038 del 6 ottobre 2022, depositata il 21 aprile 2023, emessa dalla Corte di Cassazione, rappresenta un importante chiarimento in materia di ricusazione dei magistrati nel contesto dell'appello cautelare. In particolare, viene presa in esame la questione della compatibilità del magistrato già membro del tribunale del riesame che si pronuncia sull’inefficacia di una misura coercitiva.

Il Contesto della Sentenza

Il caso riguarda l'imputato D. P.M. Dinaro Marilia, e la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che non sussiste incompatibilità, ai sensi dell'articolo 34 del codice di procedura penale, per il magistrato che ha precedentemente partecipato al tribunale del riesame. Questo principio si fonda sull'idea che la continuità del personale giudicante non compromette l'imparzialità e la correttezza del giudizio.

Ricusazione - Magistrato già componente del tribunale del riesame che giudichi in sede di appello cautelare su provvedimento concernente la medesima misura - Incompatibilità - Esclusione. Non ricorre alcuna incompatibilità, ex art. 34 cod. proc. pen., in capo al magistrato, già componente del tribunale del riesame chiamato a giudicare dell'inefficacia di una misura coercitiva per omesso interrogatorio dell'indagato, che abbia poi fatto parte del tribunale come giudice dell'appello cautelare avverso il rigetto dell'istanza di declaratoria di inefficacia della medesima misura.

Analisi dei Principi Giuridici

La sentenza si basa su alcuni principi fondamentali del diritto processuale penale italiano. In particolare, l'articolo 34 del codice di procedura penale disciplina le cause di incompatibilità dei magistrati. Tuttavia, la Corte ha chiarito che la partecipazione di un magistrato a differenti fasi procedurali, come il riesame e l'appello, non implica automaticamente un pregiudizio per l'equità del processo.

  • Il magistrato, nella sua funzione, deve garantire imparzialità e obiettività.
  • La continuità del personale giudicante non è di per sé causa di pregiudizio.
  • Esistono procedure di garanzia a tutela del diritto di difesa, anche in caso di ricusazione.

Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza ha importanti ripercussioni nel campo del diritto penale, poiché chiarisce che un magistrato che ha già esaminato un caso in sede di riesame può legittimamente partecipare anche in fase di appello cautelare. Ciò contribuisce a garantire l'efficienza del sistema giudiziario, evitando ritardi e complicazioni derivanti da ricusazioni automatiche.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 17038 del 2022 offre un'importante interpretazione della normativa riguardante la ricusazione dei magistrati. Questo chiarimento non solo rafforza la legittimità delle decisioni giurisdizionali, ma promuove anche un approccio più pragmatico e meno formalistico nella gestione dei procedimenti penali. Gli operatori del diritto dovranno tenere conto di queste indicazioni per garantire un processo equo e tempestivo.

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