Commento sulla Sentenza n. 39162 del 2024: Pene Sostitutive e Finalità Rieducativa

La recente sentenza n. 39162 del 04 ottobre 2024, emessa dalla Corte di Cassazione, offre importanti chiarimenti sulla tematica delle pene sostitutive di pene detentive brevi. Questo pronunciamento, in particolare, sottolinea come il giudice debba andare oltre la semplice valutazione della gravità del fatto e della pericolosità del soggetto, per motivare adeguatamente il diniego di tali pene sostitutive.

Il Contesto Normativo

La questione delle pene sostitutive è regolata da diverse norme giuridiche, tra cui l'art. 58 della Legge n. 689 del 1981 e il Decreto Legislativo n. 150 del 2022. Tali disposizioni forniscono il quadro entro il quale il giudice deve operare, ma la sentenza in analisi evidenzia un aspetto fondamentale: la necessità di una motivazione chiara e in chiave prognostica. Questo significa che il giudice deve considerare se la pena sostitutiva possa realmente raggiungere l'obiettivo rieducativo.

La Massima della Sentenza

Pene sostitutive di pene detentive brevi - Diniego - Valutazione della gravità del fatto e della pericolosità del soggetto - Sufficienza - Esclusione - Motivazione in chiave prognostica con riguardo alla finalità rieducativa - Necessità - Sussistenza. In tema di pene sostitutive di pene detentive brevi, il giudice, in caso di diniego della sostituzione della pena detentiva (nella specie, in pena pecuniaria), non può limitarsi a valutare la congruità della pena attraverso i criteri di gravità del fatto e di pericolosità del soggetto, ma è tenuto anche a motivare, in chiave prognostica, le ragioni per cui gli elementi considerati rendono la pena sostitutiva inidonea a raggiungere la finalità rieducativa.

Questa massima evidenzia che il giudice non può limitarsi a una semplice analisi quantitativa della pena, ma deve approfondire anche il contesto e le potenzialità del soggetto a essere rieducato. È un passo importante per garantire che il sistema penale non si riduca a una mera reazione punitiva, ma favorisca la reinserimento sociale del condannato.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 39162 del 2024 rappresenta un'opportunità per riflettere sulla funzione rieducativa delle pene sostitutive. La Corte di Cassazione, con il suo intervento, ci ricorda che ogni decisione del giudice deve essere motivata con attenzione, tenendo conto non solo del reato commesso, ma anche delle possibilità di recupero del soggetto. È un invito a un approccio più umano e costruttivo nel diritto penale, dove la finalità non è solo la punizione, ma la possibilità di reintegrare l'individuo nella società.

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