La Sentenza n. 46979 del 2024: Lezioni sulle Lesioni Personali e Circostanze Aggravanti

La sentenza n. 46979 del 2024 della Corte di Cassazione offre importanti spunti di riflessione sull'applicazione delle circostanze aggravanti nel contesto delle lesioni personali volontarie. In particolare, la Corte ha affrontato la questione della contestazione in fatto di tali aggravanti, chiarendo alcuni aspetti fondamentali per la tutela delle vittime di violenza e atti persecutori.

Il Contesto Giuridico della Sentenza

In merito alla fattispecie in esame, la Corte ha confermato la legittimità della contestazione della circostanza aggravante prevista dall'art. 576, comma 1, n. 5.1 del codice penale. Questa norma si applica nel caso in cui il delitto di lesioni personali sia commesso da un autore di atti persecutori nei confronti della medesima persona offesa. La Corte ha sottolineato che, per l'applicazione di tale aggravante, non è necessario un elemento valutativo, ma è sufficiente l'accertamento dell'identità tra l'autore del reato e la persona offesa.

Analisi della Massima della Sentenza

Circostanza aggravante prevista dall'art. 576, comma 1, n.5.1), cod. pen. - Contestazione in fatto - Ammissibilità - Ragioni - Fattispecie. In tema di lesioni volontarie, è legittima la contestazione in fatto dell'aggravante prevista dall'art. 576, comma 1, n. 5.1, cod. pen. allorché il delitto è commesso dall'autore di atti persecutori nei confronti della medesima persona offesa, trattandosi di aggravante che non presenta alcun elemento valutativo in quanto, per la sua configurazione, è sufficiente l'accertamento del dato oggettivo della identità dell'autore dei delitti e della persona offesa. (Nella fattispecie, la Corte ha ritenuto immune da censure la decisione impugnata che ha ritenuto procedibile di ufficio il delitto di lesione personale, aggravato dalla citata circostanza pur se non esplicitamente contestata, in quanto, dalla lettura congiunta delle imputazioni, emergeva che il fatto era stato commesso dall'autore del delitto di atti persecutori ai danni della medesima persona offesa).

Questa massima evidenzia un principio cruciale: la contestazione delle circostanze aggravanti può avvenire anche in assenza di una specifica menzione, a patto che risulti chiaro il legame tra l'autore del reato e la persona offesa. Tale interpretazione si pone in linea con l'esigenza di proteggere le vittime di violenza, garantendo che il sistema giuridico possa intervenire efficacemente in situazioni di reiterata aggressione.

Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione della Corte di Cassazione pone in risalto la necessità di una maggiore attenzione da parte degli operatori del diritto nella valutazione dei casi di lesioni personali, soprattutto quando sono preceduti da atti persecutori. Le implicazioni pratiche di questa sentenza possono essere riassunte nei seguenti punti:

  • Chiarezza nell'accertamento della identità tra autore e offesa.
  • Ammissibilità della contestazione in fatto delle aggravanti senza necessità di una loro esplicita menzione.
  • Maggiore protezione per le vittime di atti persecutori attraverso l'applicazione delle circostanze aggravanti.

Conclusioni

In sintesi, la sentenza n. 46979 del 2024 rappresenta un importante passo avanti nella tutela delle vittime di violenza, confermando la legittimità della contestazione delle circostanze aggravanti in modo pragmatico e diretto. Questo approccio non solo facilita l’azione penale, ma offre anche un segnale forte contro la violenza di genere e le dinamiche di persecuzione. La giurisprudenza continua a evolversi, e con essa anche le modalità di protezione delle persone vulnerabili nel nostro ordinamento.

Studio Legale Bianucci