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Commento alla sentenza Cass. pen., Sez. VI, n. 37589 del 2018: Riflessioni sulla concussione e induzione indebita

La sentenza n. 37589 del 2 agosto 2018 della Corte di Cassazione rappresenta un importante punto di riferimento per la comprensione delle fattispecie di concussione e induzione indebita. In questo commento, analizzeremo le principali questioni giuridiche affrontate nel provvedimento e la loro rilevanza nel panorama del diritto penale italiano.

Il caso e il contesto giuridico

Il caso riguarda M. G., un pubblico ufficiale accusato di concussione per aver chiesto una somma di denaro a una titolare di un esercizio pubblico in cambio della non elevazione di una contravvenzione. La Corte d'appello di Roma ha inizialmente confermato la condanna, ma la Corte di Cassazione ha ritenuto che il fatto dovesse essere qualificato come tentativo di induzione indebita, piuttosto che come concussione.

La minaccia di un danno ingiusto del pubblico ufficiale finalizzata a ottenere denaro o altra utilità integra il delitto di concussione solo se l'intimidazione ha un'intensità tale da incidere pesantemente sulla libertà di autodeterminazione.

Distinzione tra concussione e induzione indebita

La Corte ha chiarito che la concussione, di cui all'art. 317 c.p., richiede una pressione costrittiva, mentre l'induzione indebita, prevista dall'art. 319-quater c.p., si configura come una persuasione o inganno. Questo discrimine è fondamentale per comprendere la gravità delle condotte e le relative conseguenze penali.

  • Concussione: abuso di potere attraverso minacce o violenza.
  • Induzione indebita: pressione morale meno intensa, con un margine di libertà maggiore per la vittima.
  • Riconoscimento della vittima nel caso di induzione indebita tentata.

Implicazioni della sentenza

La decisione della Corte di Cassazione sottolinea l'importanza della qualificazione giuridica nell'ambito del diritto penale. La riqualiificazione da concussione a tentativo di induzione indebita ha implicazioni significative, sia per la determinazione della pena che per il riconoscimento dei diritti della parte lesa. La Corte ha inoltre precisato che la richiesta di denaro non può considerarsi valida se la vittima ha agito per denunciare l'abuso.

Conclusioni

La sentenza n. 37589 del 2018 della Corte di Cassazione offre spunti importanti per riflessioni sul diritto penale e sulla tutela delle vittime di abusi da parte di pubblici ufficiali. La distinzione tra concussione e induzione indebita è cruciale per garantire un giusto inquadramento giuridico delle condotte illecite. Le conseguenze di tale sentenza si ripercuotono non solo sul caso specifico, ma anche sulla prassi giudiziale futura.