Analisi della Sentenza Cass. pen., Sez. V, n. 43625 del 2022: il Riconoscimento della Non Menzione della Condanna

La recente sentenza della Corte Suprema di Cassazione, Sezione V Penale, n. 43625 del 2022, si concentra su un aspetto cruciale del diritto penale italiano: il riconoscimento del beneficio della non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale. Questo tema è di particolare rilevanza per gli imputati, poiché la presenza di una condanna nel casellario può avere effetti deleteri sulla vita personale e professionale.

Il Caso Oggetto di Ricorso

Nel caso in esame, l'imputato A.A. era stato condannato per reati previsti dagli articoli 624 e 625 del codice penale. La Corte di appello di Messina, pur avendo riformato la sentenza di primo grado limitatamente all'entità della pena, aveva negato il beneficio della non menzione della condanna, motivando la decisione in maniera insufficiente.

  • Il ricorrente ha impugnato la decisione, sostenendo il vizio di motivazione e dimostrando che la sua richiesta di non menzione era stata correttamente argomentata.
  • La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, evidenziando l’erroneo diniego da parte della Corte d’appello.

I Principi Giuridici Sottesi alla Sentenza

La Corte Suprema ha richiamato un principio consolidato: nel caso in cui un imputato richieda esplicitamente il beneficio della non menzione della condanna, il giudice è obbligato a motivare la sua decisione. La mancanza di tale motivazione può costituire un vizio di legittimità.

L'imputato, privo di precedenti penali e con una situazione di disoccupazione documentata, ha dimostrato le condizioni per il riconoscimento del beneficio.

In virtù di quanto stabilito dall'art. 175 c.p., l'imputato ha diritto a tale beneficio, sempre che sussistano le condizioni previste, come la mancanza di precedenti penali e una situazione di difficoltà economica.

Conclusioni

La sentenza n. 43625 del 2022 rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei diritti degli imputati. Essa sottolinea l'importanza di un'adeguata motivazione da parte dei giudici nell'applicazione delle norme, garantendo un giusto equilibrio tra la repressione dei reati e la salvaguardia della dignità delle persone. La Corte di Cassazione ha dimostrato la sua volontà di intervenire per correggere decisioni che, sebbene legittime, possono risultare ingiuste se non adeguatamente motivate.

Studio Legale Bianucci