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Analisi della Sentenza n. 33988 del 2023: il principio del 'ne bis in idem' nelle misure cautelari

La recente sentenza n. 33988 del 16 giugno 2023, depositata il 2 agosto 2023, ha suscitato un notevole interesse nel panorama giuridico italiano, in particolare per quanto concerne le misure cautelari reali. La Corte, presieduta da A. C. e con relatore A. C., ha affrontato la questione del principio del 'ne bis in idem' in relazione all'emissione di un nuovo sequestro preventivo sui beni già oggetto di un provvedimento annullato.

Il contesto della sentenza

Il caso in esame coinvolge l'imputato R. F., il quale si era visto annullare un provvedimento di sequestro preventivo. Tuttavia, la Corte ha stabilito che, in assenza della motivazione del provvedimento di annullamento, non sussiste alcun impedimento all'emissione di un nuovo sequestro sugli stessi beni. Questo chiarimento è fondamentale, poiché si delinea una distinzione netta tra la fase cautelare e quella di merito, sottolineando che il giudizio cautelare non è soggetto alle medesime regole di definitività.

Il principio del 'ne bis in idem'

Principio del "ne bis in idem" - Annullamento del sequestro preventivo - Motivazione non ancora depositata - Emissione di un nuovo sequestro preventivo sui medesimi beni - Ammissibilità - Ragioni. In tema di misure cautelari reali, il principio del "ne bis in idem" non preclude l'emissione di un nuovo provvedimento di sequestro preventivo sui medesimi beni rispetto ai quali il vincolo, precedentemente disposto, sia stato annullato a seguito di impugnazione, nel caso in cui non siano state ancora depositate le motivazioni dell'ordinanza di annullamento. (In motivazione, la Corte ha precisato che, finché non sono conoscibili le argomentazioni della decisione di annullamento del provvedimento impositivo, non sussistono preclusioni derivanti dal cd. "giudicato cautelare").

Il principio del 'ne bis in idem' è un fondamento del diritto penale che vieta di essere giudicati due volte per lo stesso fatto. Tuttavia, la sentenza chiarisce che questo principio non opera nel contesto delle misure cautelari, in quanto la loro finalità è quella di garantire l'efficacia del processo penale, non di punire il soggetto. Di conseguenza, la possibilità di adottare nuovamente misure cautelari sui medesimi beni è giustificata fino a quando non sono rese pubbliche le motivazioni del provvedimento di annullamento.

Implicazioni pratiche della sentenza

Questa sentenza porta con sé diverse implicazioni pratiche per la gestione delle misure cautelari:

  • Rafforza la discrezionalità del giudice nel disporre nuove misure cautelari.
  • Garantisce una maggiore flessibilità nel trattamento delle situazioni in cui le motivazioni di annullamento non sono ancora disponibili.
  • Potrebbe portare a un aumento degli interventi cautelari in fase di indagine.

In sintesi, la sentenza n. 33988 del 2023 offre un'importante interpretazione del principio del 'ne bis in idem' in relazione alle misure cautelari, favorendo una maggiore efficacia dell'azione penale senza compromettere i diritti degli imputati.

Conclusioni

La decisione della Corte rappresenta un passo significativo nella comprensione delle dinamiche delle misure cautelari nel sistema giuridico italiano. Essa evidenzia la necessità di bilanciare l'efficacia della giustizia e la tutela dei diritti individuali, ponendo l'accento sulla fase cautelare come strumento fondamentale per la tutela dell'ordine pubblico e la prevenzione di ulteriori reati. La sentenza invita quindi a riflettere su un tema cruciale nel diritto penale contemporaneo, aprendo la strada a ulteriori sviluppi giurisprudenziali in materia.