La recente sentenza n. 37860, emessa dalla Corte di Cassazione il 28 giugno 2024, offre un'importante interpretazione della normativa italiana riguardante il delitto di reingresso non autorizzato nel territorio dello Stato, disciplinato dall'art. 13, comma 13-bis, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286. L'oggetto della controversia riguardava un soggetto che, in seguito all'ottenimento della cittadinanza di uno Stato membro dell'Unione Europea, era stato accusato di reingresso dopo un'espulsione. La Corte ha chiarito che lo 'status' di cittadino straniero deve sussistere solo nel momento dell'espulsione, non in quello del reingresso.
Il delitto di reingresso non autorizzato si configura quando un cittadino straniero, espulso in via giudiziale, rientra nel territorio italiano senza autorizzazione. La normativa attuale prevede che, affinché si possa configurare il reato, il soggetto debba essere considerato straniero al momento dell'espulsione. Tuttavia, la sentenza in esame stabilisce un principio fondamentale: la condizione di cittadino straniero non deve sussistere al momento della violazione del divieto di reingresso.
Delitto di reingresso non autorizzato nel territorio dello Stato - "Status" di cittadino straniero - Insussistenza al momento del reingresso - Irrilevanza - Fattispecie. Il delitto di reingresso non autorizzato nel territorio dello Stato, di cui all'art. 13, comma 13-bis, d.lgs. 25 luglio 1998, n. 286, richiede che lo "status" di cittadino straniero sussista al momento dell'espulsione giudiziale, ma non anche al momento della trasgressione del divieto. (Fattispecie relativa a soggetto che aveva tenuto la condotta di reingresso dopo aver ottenuto la cittadinanza di uno stato membro dell'Unione Europea).
Questa sentenza rappresenta un significativo passo avanti nella tutela dei diritti dei cittadini stranieri, evidenziando come la legislazione debba essere interpretata in modo da garantire la giustizia. L'importanza di avere uno 'status' chiaro e definito al momento dell'espulsione, piuttosto che al momento del reingresso, offre maggiore sicurezza giuridica ai soggetti interessati. Inoltre, la decisione si allinea con i principi di diritto europeo, che rafforzano la tutela dei diritti dei cittadini e la loro libertà di circolazione.