Commento alla Sentenza n. 50258 del 2023: Riforma Cartabia e Procedibilità d'Ufficio

La sentenza n. 50258 del 22 novembre 2023, depositata il 18 dicembre 2023, si inserisce nel solco delle modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia, un cambiamento normativo significativo che ha ridefinito il trattamento di alcuni reati nel nostro ordinamento giuridico. Questa pronuncia della Corte di Cassazione ha affrontato la questione della procedibilità d'ufficio in relazione a reati che, in virtù delle novità legislative, sono diventati perseguibili a querela.

Il Contesto Normativo: Riforma Cartabia

Il decreto legislativo n. 150 del 2022, noto come Riforma Cartabia, ha introdotto importanti modifiche al codice penale e al codice di procedura penale. Una delle principali novità riguarda i reati che sono stati trasformati da perseguibili d'ufficio a perseguibili a querela. Tuttavia, la recente sentenza chiarisce che, anche in caso di decorso del termine per la proposizione della querela, il pubblico ministero ha la facoltà di modificare l'imputazione contestando un'aggravante che renda il reato nuovamente perseguibile d'ufficio.

Reato divenuto perseguibile a querela per effetto della modifica introdotta dal d.lgs. n. 150 del 2022 (cd. Riforma Cartabia) - Decorso del termine per proporre la querela ex art. 85 d.lgs. citato - Contestazione suppletiva di circostanza aggravante - Possibilità - Sussistenza - Conseguente procedibilità d'ufficio del reato - Sussistenza - Ragioni - Fattispecie. In tema di reati divenuti perseguibili a querela per effetto della modifica introdotta dal d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, è consentito al pubblico ministero, ove sia decorso il termine per proporre la querela di cui all'art. 85 del d.lgs. citato, modificare l'imputazione mediante la contestazione, in udienza, di un'aggravante che rende il reato procedibile d'ufficio. (Fattispecie relativa a furto di energia elettrica, in cui la Corte ha annullato la decisione di proscioglimento sul rilievo che il tribunale non aveva consentito al pubblico ministero di contestare, in via suppletiva, l'aggravante di cui all'art. 625, comma primo, n. 7, cod. pen., già descritta nell'imputazione, che avrebbe reso il delitto, avente ad oggetto un bene funzionalmente destinato a pubblico servizio, procedibile d'ufficio).

Le Implicazioni della Sentenza

La Corte ha annullato la decisione di proscioglimento pronunciata dal Tribunale di Siracusa, sottolineando che il pubblico ministero avrebbe dovuto avere la possibilità di modificare l'imputazione. Questo aspetto evidenzia la flessibilità del sistema giuridico italiano nel garantire una giustizia efficace, anche in presenza di scadenze temporali. Inoltre, la sentenza si riferisce specificamente al furto di energia elettrica, un reato che coinvolge beni destinati a servizio pubblico, il che rende necessario un approccio rigoroso da parte delle autorità competenti.

  • Possibilità di contestazione suppletiva da parte del pubblico ministero.
  • Importanza della tempestività nella proposizione della querela.
  • Valutazione delle circostanze aggravanti e loro impatto sulla procedibilità.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 50258 del 2023 rappresenta un'importante evoluzione nell'ambito della giurisprudenza italiana, in particolare riguardo alla Riforma Cartabia. Essa chiarisce come il pubblico ministero possa intervenire anche dopo il decorso del termine per la querela, garantendo così una maggiore protezione nei confronti di reati che coinvolgono beni di pubblico interesse. Questo approccio mira a mantenere l'integrità del sistema legale, assicurando che i reati non rimangano impuniti per questioni procedurali.

Studio Legale Bianucci