Esercizio abusivo di professione: commento alla sentenza Cass. pen., Sez. VI, n. 23929/2014

La sentenza n. 23929/2014 della Corte di Cassazione affronta un caso di esercizio abusivo della professione di odontoiatra, evidenziando le responsabilità penali e civili connesse a tale condotta. In questo articolo, analizzeremo gli aspetti principali della decisione, le motivazioni della Corte e le implicazioni per i diritti delle parti coinvolte.

Il contesto giuridico della sentenza

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di M.A. per esercizio abusivo della professione di odontoiatra, ai sensi dell'art. 348 c.p. Questo reato tutela l'interesse pubblico affinché solo soggetti abilitati possano esercitare determinate professioni, richiedenti competenze specifiche. La Corte ha ribadito che la violazione di questa norma non solo espone il colpevole a sanzioni penali, ma può anche comportare responsabilità civile verso i danneggiati.

La violazione dell'art. 348 c.p. dà luogo a responsabilità civile per i danni subiti dai terzi, anche in assenza di un evento dannoso diretto.

Responsabilità civile e risarcimento del danno

Un aspetto rilevante della sentenza riguarda il diritto della parte civile al risarcimento del danno. La Corte ha riconosciuto che S.V., in quanto danneggiato dalla prestazione non qualificata di M.A., ha diritto ad un risarcimento. La decisione di ridurre l'importo della provvisionale da 8.000 a 7.000 euro è stata motivata dal fatto che la parte civile aveva già ricevuto un parziale risarcimento in un giudizio civile parallelo. Ciò dimostra l'importanza di valutare le circostanze specifiche di ciascun caso nel determinare l'ammontare del risarcimento.

  • Il diritto al risarcimento è riconosciuto anche in assenza di un danno materiale diretto.
  • La Corte ha confermato la responsabilità civile del medico abusivo per il danno subito dal paziente.
  • È possibile ridurre l'importo della provvisionale in base ai risarcimenti già percepiti dalla parte civile.

Conclusioni

La sentenza n. 23929/2014 della Corte di Cassazione rappresenta un importante precedente in materia di esercizio abusivo della professione e responsabilità civile. Essa sottolinea come la violazione delle norme che regolano l'esercizio di professioni sanitarie possa avere conseguenze gravi per il professionista, non solo sul piano penale, ma anche su quello risarcitorio. La decisione offre spunti di riflessione sulla protezione dei diritti dei pazienti e sull'importanza di garantire che solo professionisti qualificati possano esercitare attività sanitarie.

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