Commento alla Sentenza n. 34786 del 2023: Il Metodo Mafioso e le Sue Implicazioni Legali

La sentenza n. 34786 del 31 maggio 2023 della Corte di Cassazione offre spunti di riflessione significativi riguardo all'applicazione dell'aggravante del 'metodo mafioso', prevista dall'articolo 416-bis.1 del codice penale. In questo caso, la Corte ha ribadito come l'implicita evocazione della forza intimidatrice tipica dell'agire mafioso possa configurare tale aggravante, specialmente in territori storicamente segnati dalla presenza di organizzazioni mafiose.

Il Contesto della Sentenza

Il caso in esame riguardava un soggetto accusato di usura, che operava in un contesto dove era notoria la presenza di un clan camorristico. La Corte ha sottolineato che, per l'integrazione dell'aggravante del 'metodo mafioso', è sufficiente che il soggetto si riferisca implicitamente al potere criminale della consorteria mafiosa, riconosciuto e temuto dalla collettività.

Aggravante di cui all'art. 416-bis.1 cod. pen. - Utilizzo del cd. "metodo mafioso" – Condotta che evoca implicitamente la forza intimidatrice tipica dell’agire mafioso - Sufficienza - Fattispecie. Ai fini della configurabilità dell'aggravante del "metodo mafioso", di cui all'art. 416-bis.1 cod. pen., è sufficiente, in un territorio in cui è radicata un'organizzazione mafiosa storica, che il soggetto agente si riferisca implicitamente al potere criminale della consorteria, in quanto tale potere è di per sé noto alla collettività. (Fattispecie relativa al delitto di usura, in cui la Corte ha affermato che la notoria appartenenza del correo a un clan camorristico storico, la spregiudicatezza delle richieste usurarie provenienti dagli indagati e l'utilizzo di espressioni tipiche dell'agire mafioso, consentissero di ritenere integrato "il metodo delinquenziale mafioso").

Implicazioni Giuridiche e Jurisprudenziali

Questa sentenza si inserisce in un contesto giuridico già ricco di pronunce, alcune conformi e altre difformi, che hanno interpretato in vario modo l'aggravante del 'metodo mafioso'. La Corte, confermando precedenti orientamenti, sembra voler rendere più stringenti i criteri di valutazione della condotta mafiosa, specialmente in relazione ai reati di usura. Tra le massime precedenti, la sentenza n. 32 del 2017 e la n. 19245 dello stesso anno hanno già affrontato questioni simili, ma l'accento posto sull'elemento 'implicito' rende questa pronuncia particolarmente significativa.

  • Riconoscimento della forza intimidatrice delle organizzazioni mafiose.
  • Necessità di una valutazione contestuale delle condotte.
  • Impatto su future indagini e prosecuzioni in casi di usura e altri reati.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 34786 del 2023 rappresenta un passo importante nella lotta contro la criminalità organizzata, confermando la centralità dell'aggravante del 'metodo mafioso'. Essa fornisce strumenti giuridici più incisivi per contrastare comportamenti illeciti che si avvalgono della forza intimidatrice tipica delle organizzazioni mafiose. È fondamentale che gli operatori del diritto considerino attentamente le implicazioni di questa sentenza, sia in fase di indagine che in sede processuale, per garantire un'applicazione coerente e giusta delle norme penali.

Studio Legale Bianucci