La sentenza n. 37438 del 9 ottobre 2024, emessa dalla Corte di Cassazione, rappresenta un'importante pronuncia riguardante il mandato di arresto europeo e le condizioni per la sua esecuzione in Italia. In particolare, si pone l'accento sulla questione della definitività della condanna e le relative possibilità di rifiuto della consegna di un cittadino italiano condannato da un'autorità giudiziaria straniera.
Il mandato di arresto europeo è uno strumento giuridico introdotto dall'Unione Europea per facilitare la cooperazione giudiziaria tra i vari Stati membri. La legge italiana che regola questo aspetto è la legge 22 aprile 2005, n. 69, in particolare l'articolo 18-bis, che stabilisce i motivi di rifiuto per l'esecuzione del mandato. La sentenza in esame chiarisce che, nel caso di una condanna esecutiva ma non ancora definitiva, non è possibile opporre il rifiuto previsto da tale norma.
In questa fattispecie, la Corte ha stabilito che la richiesta di consegna di un cittadino italiano, basata su una sentenza esecutiva ma non definitiva emessa da un'autorità giudiziaria francese, non può essere rifiutata. Questo perché l'esecuzione della pena in Italia, secondo il diritto interno, presuppone la definitività della sentenza. L'interpretazione fornita dalla Corte rispecchia un orientamento giurisprudenziale già consolidato, volto a garantire la cooperazione tra le autorità giudiziarie europee.
Mandato di arresto europeo - Consegna per l'estero - Condanna esecutiva ma non definitiva - Motivo di rifiuto facoltativo per l'esecuzione in Italia della pena - Opponibilità - Esclusione - Ragioni - Fattispecie. In tema di mandato di arresto europeo, il motivo di rifiuto facoltativo previsto dall'art. 18-bis, comma 2, legge 22 aprile 2005, n. 69, non può essere opposto nel caso in cui la richiesta di consegna del cittadino o di persona stabilmente residente nel territorio nazionale sia basata su una sentenza esecutiva, ma non ancora definitiva, in quanto l'esecuzione della pena in Italia conformemente al suo diritto interno, che legittima la predetta facoltà di rifiuto, presuppone, ai sensi dell'art. 2 d.lgs. 7 settembre 2010, n. 161, la definitività della sentenza. (Fattispecie relativa a sentenza di condanna esecutiva emessa dall'autorità giudiziaria francese nei confronti di un cittadino italiano, avverso la quale era pendente ricorso per cassazione).
La sentenza n. 37438 del 2024 conferma l'importanza della definitività della condanna nel contesto del mandato di arresto europeo, sottolineando come la cooperazione tra Stati membri non possa essere ostacolata da situazioni giuridiche non concluse. Questa pronuncia rappresenta un passo avanti verso una maggiore armonizzazione delle legislazioni europee e una protezione dei diritti dei cittadini, evidenziando la necessità di un sistema giuridico che favorisca la giustizia e la legalità.