Commento alla Sentenza n. 44042 del 2024: Abuso di relazioni domestiche e responsabilità penale

La recente sentenza n. 44042 del 26 settembre 2024 della Corte di Cassazione offre spunti di riflessione importanti sull'abuso di relazioni domestiche, evidenziando la configurabilità dell'aggravante in contesti di coabitazione e frequentazione abituale dell'abitazione della vittima. Questo articolo si propone di analizzare i principi giuridici sottesi a tale pronuncia e le implicazioni per il diritto penale.

Il contesto normativo e la massima della sentenza

Abuso di relazioni domestiche - Abituale frequentazione dell'abitazione della vittima - Configurabilità dell'aggravante - Applicabilità ai soli appartenenti al nucleo familiare - Esclusione - Approfittamento del rapporto fiduciario - Rilevanza - Fattispecie. L'aggravante comune dell'abuso di relazioni domestiche, di cui all'art. 61, comma primo, n. 11, cod. pen., ha natura oggettiva ed è finalizzata a punire più gravemente i delitti commessi nell'ambito di un rapporto di coabitazione o nel contesto di una relazione derivante anche solo dall'abituale frequentazione dell'abitazione della vittima, afferendo a tutte le situazioni di approfittamento, tipiche delle frequentazioni abituali che fanno sorgere un rapporto fiduciario fra la persona offesa e l'autore del reato, del quale quest'ultimo si avvantaggia. (Fattispecie in tema di reati sessuali).

Questa massima racchiude una visione ampia e attenta della giurisprudenza italiana riguardo ai reati commessi in contesti intimi e familiari. L'art. 61, comma 1, n. 11 del Codice Penale stabilisce che l'aggravante per abuso di relazioni domestiche è applicabile anche in situazioni di frequentazione abituale, ampliando così il perimetro di protezione per le vittime.

Implicazioni della sentenza n. 44042

La sentenza, in particolare, chiarisce che l'aggravante non si limita ai soli membri del nucleo familiare, ma può estendersi a chiunque abbia un rapporto di frequentazione abituale con la vittima. Questo aspetto è cruciale in quanto riconosce che anche le relazioni di amicizia o di conoscenza profonda possono sfociare in abusi, richiedendo una risposta penale adeguata.

  • Importanza della protezione delle vittime in contesti di abuso.
  • Riconoscimento delle dinamiche di potere all'interno delle relazioni domestiche.
  • Espansione della giurisprudenza in contesti di reati sessuali.

La Corte ha, infatti, sottolineato come l'approfittamento del rapporto fiduciario tra l'autore del reato e la vittima costituisca un elemento centrale per la configurabilità dell'aggravante, il che impone una riflessione profonda sulle responsabilità di chi, pur non appartenendo formalmente al nucleo familiare, si trovi in una posizione di vicinanza e fiducia nei confronti della vittima.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 44042 del 2024 rappresenta un passo significativo nel rafforzamento della protezione giuridica delle vittime di abusi in relazioni domestiche e familiari. La giurisprudenza tende a riconoscere e punire con maggiore severità non solo i reati commessi da familiari, ma anche quelli perpetrati da individui che possono aver instaurato un rapporto di fiducia con la vittima. È essenziale continuare a monitorare l'evoluzione della legislazione e della giurisprudenza in questo ambito, affinché le vittime possano trovare nella legge uno strumento di protezione efficace e tempestivo.

Studio Legale Bianucci