Commento alla sentenza Cass. pen., Sez. VI, n. 48745 del 2023: la configurabilità del favoreggiamento

La sentenza emessa dalla Corte di Cassazione il 6 dicembre 2023, riguardante il caso di favoreggiamento, offre importanti spunti di riflessione sulle dinamiche del diritto penale italiano. In essa, la Corte ha annullato la precedente assoluzione di A.A., ritenendo che il Tribunale di Campobasso avesse male interpretato la configurabilità del reato di favoreggiamento, in base all'art. 378 c.p.

Il contesto della sentenza

Il caso ha avuto origine da una sentenza del Tribunale di Campobasso che aveva assolto A.A. dall'accusa di favoreggiamento per aver fornito dichiarazioni alla Polizia Giudiziaria che avrebbero potuto aiutare B.B. a eludere le indagini. La Corte ha ritenuto che le indagini fossero già concluse e che le dichiarazioni rese non avessero ostacolato il corso delle stesse.

Il Procuratore Generale ha presentato ricorso, sostenendo che il Tribunale avesse errato nell'escludere la configurabilità del reato, in quanto non era necessario dimostrare un danno concreto alle indagini, ma bastava che le dichiarazioni avessero potenzialmente alterato la ricostruzione fattuale.

Il principio del favoreggiamento

La configurabilità del favoreggiamento non richiede la prova di un danno concreto alle indagini, ma si basa sulla capacità delle dichiarazioni di alterare la base fattuale delle investigazioni.

La Corte di Cassazione ha chiarito che, secondo la giurisprudenza consolidata, il favoreggiamento è un reato a forma libera che si configura anche in assenza di un danno tangibile. Questo significa che anche dichiarazioni fuorvianti possono integrare il reato, se idonee a creare ostacoli alle indagini.

  • La condotta favoreggiatrice deve essere tale da agevolare il soggetto implicato nel reato.
  • È irrilevante se il favoreggiamento abbia portato a un vantaggio concreto per l'autore del reato.
  • Le dichiarazioni devono essere valutate nel contesto delle indagini, indipendentemente dalla loro conclusione.

La Corte ha quindi annullato la sentenza del Tribunale, rinviando il caso alla Corte d'Appello di Campobasso per una rivalutazione, tenendo in considerazione i principi giuridici sopra menzionati.

Conclusioni

La sentenza della Corte di Cassazione n. 48745 del 2023 si inserisce in un quadro giuridico sempre più attento alla lotta contro il favoreggiamento e, più in generale, contro ogni forma di ostacolo alle indagini penali. Questo caso evidenzia l'importanza di considerare le dichiarazioni rese alla Polizia Giudiziaria non solo in termini di esito concreto, ma anche in relazione alla loro potenzialità di alterare il corso delle indagini. La pronuncia rappresenta un'importante affermazione della giurisprudenza in materia, richiamando l'attenzione su un reato che può apparire marginale, ma che ha un impatto significativo sulla giustizia e sulla lotta contro il crimine.

Studio Legale Bianucci