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Riciclaggio e confisca: Analisi della sentenza Cass. pen. n. 32176 del 2024

La sentenza n. 32176 emessa dalla Corte di Cassazione il 7 agosto 2024, fornisce un quadro giuridico significativo in materia di riciclaggio e confisca, affrontando questioni fondamentali riguardanti l'applicazione della pena e le modalità di confisca dei beni. Questo articolo si propone di analizzare i punti salienti della decisione, evidenziando l'importanza della distinzione tra prodotto, profitto e prezzo del reato.

Il contesto della sentenza

La Corte ha esaminato i ricorsi presentati da tre imputati, A.A., B.B. e C.C., condannati per reati di riciclaggio, truffa e associazione a delinquere. In particolare, la Corte ha rigettato le censure mosse dai ricorrenti, sottolineando che le motivazioni addotte non rispettavano i parametri stabiliti dall'articolo 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale.

Confisca dei beni e il principio di legalità

La lettura proposta dalla Corte sottolinea che il legislatore intende colpire non solo il guadagno del riciclatore, ma l'intera utilità economica generata dal delitto.

Un aspetto cruciale della sentenza riguarda la confisca dei beni, considerata non solo come strumento di punizione, ma anche come misura di prevenzione. La Corte ha chiarito che, in caso di condanna per riciclaggio, il provvedimento ablatorio deve colpire il valore corrispondente alle somme oggetto delle operazioni illecite, indipendentemente dalla loro appartenenza al riciclatore.

  • Il prodotto del reato: ciò che viene creato o trasformato attraverso l'illecito.
  • Il profitto: il vantaggio economico diretto dal reato.
  • Il prezzo: il compenso o l'utilità derivante dalla commissione del reato.

Implicazioni giuridiche e normative

La Corte ha evidenziato che la confisca non deve limitarsi al profitto del riciclatore, ma deve estendersi anche al prodotto del reato, come indicato dalle norme italiane e dalle direttive europee. Questo principio è fondamentale per garantire una risposta efficace contro il riciclaggio, che distorce il mercato e favorisce attività criminali.

Inoltre, la sentenza mette in evidenza l'importanza dell'adeguamento della normativa nazionale alle direttive europee, evidenziando come la giurisprudenza si stia sempre più allineando con gli standard internazionali per combattere il riciclaggio e garantire l'efficacia della confisca.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 32176 del 2024 sottolinea l'importanza di una lettura ampia delle norme riguardanti il riciclaggio e la confisca, ponendo l'accento sulla necessità di colpire non solo il profitto, ma l'intero sistema di utilità economica generata dalle attività illecite. Questo approccio rappresenta un passo avanti nella lotta contro il riciclaggio e fornisce un'importante base giuridica per future decisioni in materia.