Commento alla Sentenza Cass. pen., Sez. III, n. 15231 del 2017: responsabilità del commercialista e induzione in errore

La sentenza della Corte Suprema di Cassazione n. 15231 del 28 marzo 2017 si è pronunciata su un caso di particolare rilevanza per la professione del commercialista, esaminando la responsabilità penale connessa all'induzione in errore di un cliente. La Corte ha confermato la condanna di R.P., commerciale per la società "Diva Center s.r.l.", per aver indotto in errore la sua cliente C.B. riguardo a un credito d'imposta inesistente.

Contesto e fatti del caso

Il caso ha avuto inizio con la condanna del Tribunale di Teramo, che ha riconosciuto R.P. colpevole di aver fornito informazioni fuorvianti alla C.B., inducendola a presentare modelli fiscali (F23 e F24) per compensare un debito IVA mai esistente. Il ricorrente ha contestato la decisione, richiamando la mancanza di un mandato specifico da parte della C.B. e sostenendo che non avesse tratto alcun profitto dalla sua condotta.

La Corte ha evidenziato che la responsabilità del commercialista non può essere considerata esclusivamente in base alla figura professionale, ma deve tener conto del comportamento che ha indotto il cliente in errore.

Principi giuridici e valutazione della Cassazione

La Cassazione ha chiarito che, nel giudizio di legittimità, non è consentito rivedere gli elementi di fatto già esaminati in sede di merito. R.P. ha sollevato censure relative alla motivazione, ma la Corte ha ritenuto che queste apparissero manifestamente infondate. È stato sottolineato come la condanna fosse supportata da un percorso argomentativo solido, basato su evidenze oggettive e non su illogicità manifeste.

  • Il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
  • La Corte ha confermato la penalità in base a precedenti penali del ricorrente.
  • La responsabilità del commercialista è stata inquadrata secondo l'art. 48 c.p., riguardante l'errore determinato dall'altrui inganno.

Implicazioni per la professione del commercialista

Questa sentenza ha importanti implicazioni per i professionisti del settore. Essa sottolinea l'importanza di un comportamento etico e professionale, evidenziando che il commercialista deve sempre agire con diligenza e trasparenza nei confronti dei propri clienti. L'induzione in errore non solo comporta conseguenze penali, ma può anche danneggiare irreparabilmente la reputazione professionale.

Conclusioni

La sentenza n. 15231 del 2017 rappresenta un monito per tutti i professionisti del settore: l'integrità e la responsabilità sono valori imprescindibili. La Corte ha ribadito che ogni professionista deve essere consapevole delle proprie azioni e delle loro conseguenze, non solo sul piano legale, ma anche su quello etico e professionale.

Studio Legale Bianucci