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Bancarotta fraudolenta: commento alla sentenza della Corte di Appello di Taranto n. 488 del 2024

La recente sentenza n. 488 del 2024 della Corte di Appello di Taranto offre importanti spunti di riflessione riguardo alla responsabilità degli amministratori nelle società in stato di insolvenza. In particolare, il caso di V.R., accusato di bancarotta fraudolenta documentale, pone in evidenza le responsabilità non solo di chi gestisce materialmente l'azienda, ma anche di chi occupa formalmente cariche direttive.

Il contesto della sentenza

Il caso esaminato dalla Corte riguarda V.R., che ricopriva la carica di amministratore della R.R.M.F. s.r.l., una società poi dichiarata fallita. Il giudice di primo grado aveva accertato la sua responsabilità per aver occultato o distrutto scritture contabili, essenziale per la ricostruzione della situazione economica della società e per il rispetto dei diritti dei creditori. La Corte ha confermato questa decisione, ritenendo che l'assenza di documentazione contabile rappresenti un comportamento fraudolento volto a pregiudicare i creditori.

La Corte ha stabilito che l'amministratore di diritto è responsabile anche se non gestisce direttamente l'azienda, a condizione che abbia consapevolezza della gestione altrui.

Responsabilità degli amministratori di diritto e di fatto

La sentenza chiarisce un principio fondamentale: anche un amministratore di diritto, che non operi attivamente nella gestione quotidiana dell'azienda, può essere ritenuto responsabile per il reato di bancarotta se non esercita adeguati controlli. La giurisprudenza, come riportato nella sentenza, stabilisce che la responsabilità penale non può essere esclusa semplicemente per la mancanza di una gestione diretta.

Tra i motivi di appello presentati dalla difesa, si evidenziava l'asserita inattività della società e il ruolo predominante dell'amministratore di fatto, V.M. Tuttavia, la Corte ha rilevato che V.R. non ha mai realmente preso le distanze dalla gestione, continuando a ricoprire un ruolo formale che comportava specifiche responsabilità.

Le implicazioni legali e le conseguenze della sentenza

La decisione della Corte di Appello di Taranto evidenzia l'importanza di una corretta gestione aziendale e il dovere di vigilanza degli amministratori. La responsabilità penale per bancarotta fraudolenta non si limita a chi opera materialmente, ma si estende a tutti coloro che, per la loro posizione formale, hanno l'obbligo di garantire la corretta tenuta della documentazione. Le implicazioni di questa sentenza sono chiare:

  • Gli amministratori devono essere consapevoli delle proprie responsabilità e dei doveri di vigilanza.
  • La mera posizione di amministratore non esonera dalla responsabilità penale.
  • Eventuali rapporti familiari o di fiducia non possono giustificare la mancanza di controllo.

Conclusioni

La sentenza n. 488 del 2024 della Corte di Appello di Taranto rappresenta un importante precedente nella giurisprudenza italiana in materia di bancarotta fraudolenta. Essa sottolinea come la responsabilità penale degli amministratori si estenda oltre la semplice carica formale, richiedendo un'effettiva attivazione e vigilanza sulla gestione aziendale. In un contesto economico complesso, è fondamentale che chi ricopre ruoli di responsabilità comprenda a fondo i propri doveri legali, al fine di evitare gravi conseguenze patrimoniali e penali.