Commento alla Sentenza n. 50257 del 2023: La Lieve Entità nei Reati di Stupefacenti

La recente sentenza n. 50257, emessa il 5 ottobre 2023, offre spunti significativi per comprendere come la giurisprudenza italiana affronti il tema della configurabilità del delitto in materia di stupefacenti, soprattutto per quanto riguarda la nozione di "lieve entità". La Corte, nel valutare il caso di un imputato accusato di traffico di cocaina, ha ribadito l'importanza di un'analisi complessiva delle circostanze del reato, tenendo conto delle specifiche modalità di condotta e delle caratteristiche delle sostanze coinvolte.

Il Principio di Lieve Entità

Secondo l'articolo 73, comma 5, del d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, la configurabilità del delitto di traffico di stupefacenti richiede una valutazione attenta e non superficiale della condotta dell'imputato. La Corte ha stabilito che è necessario considerare vari fattori, tra cui:

  • Mezzi utilizzati per il traffico;
  • Modalità di commissione del reato;
  • Quantità e qualità delle sostanze, con particolare riferimento al grado di purezza;
  • Numero di dosi ricavabili.
Fatto di lieve entità - Configurabilità - Valutazione complessiva della condotta - Necessità - Fattispecie. In tema di stupefacenti, la configurabilità del delitto di cui all'art. 73, comma 5, d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, postula un'adeguata valutazione complessiva del fatto, in relazione a mezzi, modalità e circostanze dell'azione, ed a quantità e qualità delle sostanze, con riferimento al grado di purezza, sì da pervenire all'affermazione di lieve entità in conformità ai principi costituzionali di offensività e di proporzionalità della pena. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto immune da censure la decisione che aveva escluso la lieve entità del fatto, valorizzando il livello di professionalità del traffico, desumibile dall'elevato grado di purezza della cocaina, con principio attivo pari al 55,65%, dalla quale era ricavabile un numero di dosi particolarmente alto, per 291 unità).

Valutazione della Lieve Entità nel Caso Specifico

Nella fattispecie analizzata, la Corte ha escluso la lieve entità del fatto, sottolineando come il grado di purezza della cocaina, pari al 55,65%, indicasse un livello di professionalità nel traffico. Questo aspetto ha portato a un numero elevato di dosi ricavabili, ben 291 unità, che hanno contribuito a ritenere il reato non configurabile come di lieve entità. La decisione della Corte si inserisce in un contesto giuridico più ampio, in cui la valutazione delle condotte illecite deve sempre tener conto dei principi di offensività e proporzionalità della pena, sanciti dalla Costituzione Italiana.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 50257 del 2023 rappresenta un importante punto di riferimento per gli operatori del diritto, evidenziando come la valutazione complessiva della condotta dell'imputato sia fondamentale nel stabilire la configurabilità di reati in materia di stupefacenti. La Corte ha dimostrato che la mera quantità di sostanza non è sufficiente per qualificare un reato come di lieve entità, ma deve essere accompagnata da un'analisi approfondita delle circostanze del caso. Questo approccio, che garantisce il rispetto dei diritti costituzionali, contribuisce a una giustizia più equa e proporzionata.

Studio Legale Bianucci