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Analisi della Sentenza n. 36265 del 2023: Continuità normativa nell'esportazione illecita di beni culturali

La recente Sentenza n. 36265 del 15 giugno 2023, depositata il 31 agosto 2023, offre importanti chiarimenti riguardo l'esportazione illecita di beni culturali in Italia. La Corte ha esaminato la continuità normativa tra l'abrogato articolo 174 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e l'attuale articolo 518-undecies del codice penale, introdotto dalla legge 9 marzo 2022, n. 22. Questa pronuncia si inserisce in un contesto giuridico sempre più attento alla tutela del patrimonio culturale nazionale.

Il contesto normativo

La sentenza in esame si concentra su un aspetto cruciale del diritto penale italiano, ovvero la protezione dei beni culturali dal traffico illecito. L'articolo 518-undecies stabilisce sanzioni per chi trasferisce all'estero beni culturali senza le necessarie autorizzazioni, evidenziando l'importanza di salvaguardare il patrimonio artistico, storico e archeologico del nostro Paese. La norma richiede che per l'esportazione di tali beni sia presente un attestato di libera circolazione o una licenza di esportazione, indipendentemente dal fatto che i beni siano stati dichiarati di interesse culturale.

La massima della sentenza

Uscita o esportazione illecite di beni culturali - Rapporti tra il delitto già punito dall’art. 174 del codice dei beni culturali e quello attualmente sanzionato dall’art. 518-undecies cod. pen. - Continuità normativa - Sussistenza. In tema di esportazione illecita di beni di interesse culturale, sussiste continuità normativa tra l'abrogato delitto di cui all'art. 174 d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, e quello attualmente previsto dall'art. 518-undecies cod. pen., introdotto dalla legge 9 marzo 2022, n. 22, che punisce chiunque trasferisca all'estero beni culturali, cose di interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, bibliografico, documentale o archivistico o altre cose oggetto di specifiche disposizioni di tutela ai sensi della normativa sui beni culturali, senza attestato di libera circolazione o licenza di esportazione, indipendentemente dal fatto che i predetti beni siano stati oggetto di una formale dichiarazione di interesse culturale.

Questa massima esprime chiaramente la volontà del legislatore di mantenere una protezione continua per i beni culturali, nonostante le modifiche normative. La continuità tra le due disposizioni è fondamentale per garantire che il patrimonio culturale italiano non venga compromesso da pratiche illecite.

Implicazioni della sentenza

  • Rafforzamento delle misure di tutela del patrimonio culturale.
  • Chiarezza giuridica per le autorità preposte al controllo delle esportazioni.
  • Necessità di un'adeguata informazione per i cittadini e gli operatori del settore.

La sentenza n. 36265 del 2023, pertanto, rappresenta un passo importante nella lotta contro il traffico illecito di beni culturali, sottolineando come la normativa italiana si evolva per adattarsi alle esigenze di protezione del patrimonio nazionale. La continuità normativa garantisce che anche le nuove disposizioni possano operare senza soluzione di continuità rispetto a quelle precedenti, assicurando così una maggiore protezione e salvaguardia dei beni di interesse culturale.

Conclusioni

In conclusione, l'analisi della Sentenza n. 36265 del 2023 evidenzia l'importanza di un quadro giuridico chiaro e coerente nella protezione dei beni culturali. La continuità tra le normative abrogate e quelle attuali non solo rafforza la lotta contro l'esportazione illecita di beni culturali, ma rappresenta anche un monito per tutti coloro che operano nel settore, affinché rispettino le leggi vigenti e contribuiscano alla salvaguardia del nostro patrimonio culturale.