La sentenza n. 15261 del 23 marzo 2023 della Corte di Cassazione rappresenta un importante punto di riferimento nel campo della normativa sulla corruzione di minorenni. In particolare, la Corte ha stabilito che il reato di corruzione di minorenni, previsto dall'articolo 609-quinquies del Codice Penale, è configurabile anche nel caso in cui atti sessuali vengano realizzati e condivisi a distanza, tramite videochat, in presenza di un minore infraquattordicenne.
La decisione della Corte si basa su una interpretazione ampia della nozione di "presenza" in relazione agli atti sessuali. La sentenza chiarisce che l'uso di mezzi di comunicazione telematica, come la videochat, non esime l'agente dalle responsabilità penali, in quanto consente di considerare gli atti come compiuti in presenza della persona offesa. Questa posizione si allinea con la crescente attenzione della giurisprudenza nei confronti della protezione dei minori nel contesto delle nuove tecnologie.
Delitto di corruzione di minorenni – Compimento di atti sessuali in presenza di minore infraquattordicenne al fine di farlo assistere – Realizzazione mediante videochat – Configurabilità del reato – Ragioni. Il delitto di corruzione di minorenni realizzato mediante il compimento di atti sessuali in presenza di persona infraquattordicenne al fine di farla assistere, di cui all'art. 609-quinquies, comma primo, cod. pen., è configurabile anche nel caso in cui tali atti, pur compiuti a distanza, siano condivisi con il minore mediante videochat, nel corso della loro commissione, posto che il mezzo di comunicazione telematica, volutamente utilizzato dall'agente, consente di ritenere gli atti commessi in presenza della persona offesa.
Questa pronuncia ha diverse implicazioni pratiche, tra cui:
La sentenza n. 15261/2023 segna un passo significativo nella lotta contro i reati di corruzione di minorenni, evidenziando come le tecnologie moderne possano essere utilizzate per perpetrare atti illeciti. È fondamentale che la società e le istituzioni si muovano in sinergia per garantire la protezione dei minori, anche nel contesto digitale, e che la giurisprudenza continui a evolversi per affrontare le sfide poste da questa nuova realtà.