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Commento alla Sentenza Cass. pen., Sez. I, n. 28915 del 2024: Trasporto di Stranieri e Trattamento Inumano

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 28915 del 17 luglio 2024 offre spunti significativi riguardo alla disciplina del trasporto di stranieri e alla qualificazione di trattamenti inumani, in particolare nell'ambito del Testo Unico sull'Immigrazione (D.Lgs. n. 286/1998). In questo articolo, analizzeremo le motivazioni che hanno portato la Corte a confermare la condanna di un soggetto per il trasporto di clandestini in condizioni degradanti e le implicazioni legali di tale decisione.

Il Caso e la Decisione della Corte

L'imputato, A.A., è stato condannato a quattro anni e quattro mesi di reclusione per aver trasportato sette stranieri clandestini dall'Italia alla Francia, utilizzando un furgone inadeguato e privo di aperture per la luce e l'aria. La Corte d'Appello di Milano ha confermato l'esistenza di aggravanti, sottolineando il carattere disumano del trasporto.

La Corte ha ritenuto che tali condizioni integrino in modo evidente un trattamento inumano e degradante, poiché consistenti nel degradare la persona ad una merce.

Questa decisione si fonda sull'articolo 12, comma 3, lett. c) del T.U. Imm., che punisce le condotte che comportano un trattamento inumano o degradante. L'imputato ha cercato di contestare l'applicazione di questa norma, sostenendo che le condizioni di trasporto non configurassero un trattamento inumano, dato che i clandestini non avevano riportato danni fisici. Tuttavia, la Corte ha respinto tale argomentazione, evidenziando come la dignità umana debba essere preservata anche in assenza di effetti fisici evidenti.

Interpretazione della Norma e Giurisprudenza Rilevante

La Corte ha chiarito che l'applicazione delle aggravanti previste dal T.U. Imm. non è limitata al territorio italiano, ma si estende anche alle condotte che agevolano l'ingresso di stranieri in altri Stati. Questa interpretazione è coerente con il principio della tutela dei diritti umani, sancito dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU).

  • La Corte ha sottolineato che il trattamento di esseri umani come merce è un comportamento inaccettabile e fortemente degradante.
  • La giurisprudenza europea conferma che anche trattamenti non letali possono configurare violazioni dei diritti fondamentali.
  • L'assenza di danni fisici non esclude la sussistenza di un trattamento disumano o degradante.

Conclusioni

La sentenza n. 28915 della Corte di Cassazione rappresenta un importante punto di riferimento nella lotta contro il traffico di esseri umani e il trattamento disumano di stranieri. Essa riafferma la necessità di proteggere i diritti fondamentali e di considerare le condizioni di trasporto in modo rigoroso. La posizione della Corte mette in evidenza l'importanza di una lettura ampia delle norme che tutelano la dignità umana, invitando i giuristi e gli operatori del diritto a riflettere sull'impatto delle proprie azioni nel contesto della legislazione sull'immigrazione.