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Commento alla Sentenza Cass. pen., Sez. VI, n. 31174 del 2023: Le Nuove Linee Guida sull'Estradizione e Sequestro Preventivo

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 31174 del 2023, si pone al centro di un dibattito complesso riguardante la cooperazione giudiziaria internazionale tra Stati, in particolare tra Italia e San Marino. Questo caso tocca aspetti cruciali del diritto penale, in particolare per quanto concerne le modalità di sequestro preventivo e la necessità di seguire procedure formali ben definite.

Contesto della Sentenza

Il caso ha origine da una richiesta di cooperazione giudiziaria da parte delle autorità sanmarinesi, che hanno chiesto il sequestro del profitto di un reato di riciclaggio. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano ha accolto la richiesta, ma la difesa ha impugnato la decisione per vizi procedurali, in particolare per la mancata notifica del provvedimento di sequestro emesso dallo Stato richiedente.

La Corte di Cassazione ha annullato l'ordinanza impugnata, sottolineando l'importanza delle corrette modalità di trasmissione delle richieste di cooperazione giudiziaria.

Le Questioni Giuridiche Sollevate

La sentenza ha affrontato diverse questioni giuridiche, tra cui:

  • La legittimità della mancata notifica del decreto di sequestro sanmarinese.
  • La violazione delle convenzioni internazionali, in particolare della Convenzione di Varsavia del 2005.
  • Le modalità di trasmissione della richiesta di cooperazione giudiziaria.

In particolare, la Corte ha evidenziato come la normativa di riferimento per la cooperazione giudiziaria non fosse la Convenzione bilaterale del 1939, ma le disposizioni più recenti, come quelle della Convenzione del 2005, che richiedono modalità specifiche per la trasmissione delle richieste di sequestro.

Implicazioni della Sentenza

La sentenza n. 31174/2023 ha importanti implicazioni per la prassi giudiziaria. Essa sottolinea la necessità di una rigorosa osservanza delle procedure di notifica e delle modalità di trasmissione delle richieste di cooperazione internazionale. La Corte ha chiarito che l'assenza di tali formalità può compromettere il diritto di difesa dell'indagato, violando i principi fondamentali del giusto processo.

Inoltre, il caso evidenzia l'esigenza di una cooperazione giudiziaria più armonizzata e conforme alle norme internazionali, per evitare contenziosi futuri e garantire che i diritti degli individui siano sempre rispettati.

Conclusione

In conclusione, la sentenza della Corte di Cassazione rappresenta un importante passo avanti nella definizione delle relazioni giuridiche tra Stati e nell'affermazione dei diritti fondamentali nel contesto della cooperazione giudiziaria. È fondamentale che le autorità italiane seguano le indicazioni fornite dalla Corte per garantire la legalità e l'efficacia delle misure cautelari, rispettando nel contempo i diritti degli individui coinvolti.