Concorso esterno in associazione mafiosa: analisi della sentenza n. 27722 del 2023

La sentenza n. 27722 del 28 aprile 2023, emessa dalla Corte di Cassazione, rappresenta un importante punto di riferimento per la giurisprudenza in materia di associazione mafiosa e concorso esterno. In particolare, il caso in esame coinvolge un avvocato accusato di aver fornito assistenza legale a un membro di un'organizzazione mafiosa, contribuendo in modo significativo alle sue operazioni. Questa decisione riaccende il dibattito sul ruolo dei professionisti legali nel contesto della criminalità organizzata e sul confine tra attività lecita e illecita.

Il concetto di concorso esterno

Il concorso esterno in associazione mafiosa, come delineato nella sentenza, si riferisce alla condotta di chi, pur non essendo parte integrante del sodalizio criminale, fornisce un apporto che contribuisce a mantenere o rafforzare le capacità operative dell'associazione. In questo contesto, la Corte ha stabilito che l'attività di consulenza professionale svolta dall'avvocato è stata idonea a facilitare il programma criminoso dell'associazione mafiosa.

  • Attività di consulenza legale in operazioni finanziarie
  • Acquisizione della proprietà formale di un immobile
  • Rivendita immediata a un familiare del capomafia
In tema di associazione di tipo mafioso, integra la condotta di "concorso esterno" l'attività del professionista che fornisca un concreto, specifico e volontario contributo idoneo a conservare ovvero a rafforzare le capacità operative del sodalizio, nella consapevolezza di favorirne, in tal modo, la realizzazione del programma criminoso. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto la sussistenza del reato nei confronti di un avvocato che, al fine di prevenire l'adozione di provvedimenti ablatori a carico di un esponente di vertice di un'associazione mafiosa in relazione a un immobile di cui questi era proprietario di fatto, ne acquisiva la proprietà formale con un contratto di compravendita e, il giorno stesso, lo rivendeva al fratello del capomafia).

Implicazioni legali e professionali

La sentenza ha importanti implicazioni per il mondo legale. Essa sottolinea come la consulenza legale non possa essere considerata un'attività neutrale, ma deve essere analizzata nel contesto dell'effetto che produce sulle dinamiche criminali. Gli avvocati, in quanto professionisti, hanno la responsabilità di operare in modo da non facilitare attività illecite, ma al contrario, di contribuire al rispetto della legge. Questo solleva interrogativi sulla necessità di una maggiore vigilanza e formazione etica per i professionisti del diritto.

Conclusioni

La sentenza n. 27722 del 2023 rappresenta un monito per tutti i professionisti legali: la loro funzione deve essere esercitata nel rispetto della legge, evitando di fornire supporto a organizzazioni mafiose, anche involontariamente. In un contesto in cui la criminalità organizzata continua a rappresentare una minaccia per la società, è fondamentale che gli avvocati e i professionisti del settore legale siano consapevoli del loro ruolo e delle conseguenze delle loro azioni.

Studio Legale Bianucci