Affidamento in prova al servizio sociale: commento alla sentenza n. 14003 del 2023

La sentenza n. 14003 del 28 novembre 2023 rappresenta un'importante pronuncia della Corte di Cassazione riguardante l'affidamento in prova al servizio sociale. Questo istituto giuridico, previsto dall'ordinamento penitenziario italiano, consente ai condannati di scontare la pena attraverso l'esecuzione di un programma di reinserimento sociale, piuttosto che in carcere. La Corte ha chiarito che l'impossibilità di svolgere attività lavorativa per motivi di età o di salute non costituisce un ostacolo alla concessione di tale misura, a condizione che emergano elementi favorevoli al giudizio prognostico.

Il contesto normativo dell'affidamento in prova

La Legge 26/07/1975 n. 354, che regola l'ordinamento penitenziario, stabilisce le modalità di accesso e le condizioni per l'affidamento in prova al servizio sociale. In particolare, l'articolo 47 evidenzia che il giudizio sulla concessione di questa misura deve basarsi su una valutazione complessiva della personalità del condannato e delle sue condizioni di vita. La sentenza in esame si inserisce in questo quadro normativo, affrontando una questione rilevante: la compatibilità tra l'impossibilità lavorativa e l'affidamento in prova.

Commento alla massima della sentenza

Affidamento in prova al servizio sociale - Impossibilità di svolgere attività lavorativa per ragioni di età o di salute - Ostatività alla concessione della misura - Esclusione - Condizioni. In tema di affidamento in prova al servizio sociale, l'impossibilità per il condannato di svolgere attività lavorativa per ragioni di età o di salute non osta alla concessione della misura, in presenza di altri elementi idonei a fondare il giudizio prognostico favorevole al suo reinserimento sociale.

Questa massima evidenzia un principio fondamentale: il sistema penale non deve essere rigidamente punitivo, ma deve rispondere a criteri di umanità e reinserimento. La Corte, riconoscendo che l'incapacità di lavorare non è di per sé un impedimento all'affidamento in prova, pone l'accento sull'importanza di considerare la situazione complessiva del condannato. È essenziale valutare se, nonostante le limitazioni fisiche o anagrafiche, vi siano elementi positivi, come il sostegno familiare, la rete sociale o il percorso di riabilitazione, che possano giustificare una prognosi favorevole per il reinserimento.

Conclusioni

La sentenza n. 14003 del 2023 rappresenta un passo significativo verso una giustizia più equa e a misura d'uomo. L'affidamento in prova al servizio sociale emerge come uno strumento fondamentale per promuovere il reinserimento dei condannati nella società, ribadendo che la mera impossibilità lavorativa non deve precludere le opportunità di recupero e riscatto. In un contesto giuridico che spesso sembra dimenticare la dimensione umana dei condannati, questa pronuncia offre una luce di speranza, sottolineando l'importanza di una giustizia che guarda al futuro.

Studio Legale Bianucci