Analisi della Sentenza n. 17366 del 2022: Misure Cautelari e Interesse dell'Indagato

La sentenza n. 17366 del 21 dicembre 2022, depositata il 26 aprile 2023, propone un'importante riflessione sul tema delle misure cautelari e sull'interesse dell'indagato a impugnare le decisioni che lo riguardano. In particolare, la Corte ha esaminato il caso di un imputato, C. R., coinvolto in un procedimento per associazione a delinquere di tipo mafioso, valutando la possibilità di contestare la misura cautelare in base a specifici criteri giuridici.

Il Contesto Normativo

In base all'articolo 309 del Codice di Procedura Penale, l'indagato ha la facoltà di presentare un riesame o un ricorso per cassazione contro le misure cautelari. Tuttavia, la Corte ha chiarito che non ogni contestazione è considerata legittima. L'interesse ad impugnare deve essere concreto e attuale, e deve mirare a ottenere un risultato che incida sull'applicazione della misura cautelare stessa.

Il Caso Specifico e le Decisioni della Corte

Ordinanza di applicazione di misura cautelare - Interesse ad impugnare dell’indagato - Condizioni - Fattispecie. In tema di procedimento cautelare, sussiste l'interesse concreto e attuale dell'indagato alla proposizione del riesame o del ricorso per cassazione quando l'impugnazione sia volta ad ottenere l'esclusione di un'aggravante ovvero una diversa qualificazione giuridica del fatto, nel solo caso in cui ciò incida sull'"an" o sul "quomodo" della misura. (Fattispecie relativa ad associazione per delinquere di tipo mafioso, in cui la Corte ha ritenuto corretta la decisione dichiarativa dell'inammissibilità del ricorso, in quanto finalizzato alla sola esclusione del ruolo apicale dell'indagato all'interno del sodalizio, elemento privo di riflessi sui presupposti della misura cautelare e sulla sua durata).

Nel caso specifico, la Corte ha rigettato il ricorso proposto dall'indagato, sottolineando che l'impugnazione era rivolta esclusivamente all'esclusione del ruolo apicale all'interno dell'associazione mafiosa. Tale aspetto, secondo i giudici, non influiva sui presupposti della misura cautelare né sulla sua durata, rendendo quindi l'impugnazione inammissibile.

Implicazioni della Sentenza

  • Chiarezza sui criteri di ammissibilità delle impugnazioni contro le misure cautelari.
  • Rafforzamento della posizione della Corte in merito all'interesse concreto e attuale dell'indagato.
  • Possibile effetto deterrente per future azioni legali non giustificate.

Questa sentenza offre una prospettiva importante sulle condizioni necessarie affinché un'indagine o un ricorso possano essere considerati validi, evidenziando come la giurisprudenza si muova verso una maggiore certezza e predicibilità nel trattamento delle misure cautelari.

Conclusioni

In sintesi, la sentenza n. 17366 del 2022 rappresenta un passo significativo nel diritto penale italiano, chiarendo i confini dell'interesse dell'indagato nell'impugnare le misure cautelari. È fondamentale che gli avvocati e gli operatori del settore comprendano le implicazioni di questa decisione, per garantire una difesa efficace e strategica per i loro assistiti.

Articoli Correlati