La sentenza n. 40177 del 17 settembre 2024, depositata il 31 ottobre 2024, rappresenta un importante tassello nella giurisprudenza italiana riguardante la questione degli atti abnormi e l'interesse ad impugnare. In questa decisione, il Tribunale di Lecce ha dichiarato inammissibile il ricorso per cassazione presentato dal pubblico ministero, sottolineando che l'atto impugnato era, a sua volta, un atto abnorme che ripristinava la ritualità della procedura.
La questione centrale affrontata nella sentenza riguarda l'interpretazione dell'articolo 568, comma 4, del Nuovo Codice di Procedura Penale, che stabilisce le condizioni per l'ammissione del ricorso per cassazione. In particolare, la Corte ha ribadito che è inammissibile il ricorso per cassazione proposto dal pubblico ministero avverso un atto abnorme qualora tale atto rimuova gli effetti di un precedente atto abnorme, portando al ripristino della regolarità procedurale.
Atto abnorme che rimuove gli effetti di un precedente atto abnorme - Ricorso per cassazione del pubblico ministero - Inammissibilità per difetto di interesse - Sussistenza - Fattispecie. È inammissibile, per carenza di interesse, il ricorso per cassazione proposto dal pubblico ministero avverso un atto abnorme che, rimuovendo gli effetti di un precedente atto abnorme, comporti il rispristino della ritualità della procedura. (Nella specie, era impugnato dall'ufficio di procura il provvedimento con cui il giudice del dibattimento, investito del giudizio immediato dopo che il giudice per le indagini preliminari aveva irritualmente revocato il rito abbreviato già incardinato, aveva disposto l'indebito regresso).
Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche per il lavoro degli operatori del diritto, in particolare per i pubblici ministeri e per gli avvocati difensori. In primo luogo, si evidenzia la necessità di valutare attentamente l'interesse ad impugnare un atto abnorme, considerando le sue conseguenze sulla procedura. Inoltre, la sentenza conferma la giurisprudenza precedente in materia, come dimostrato dalle massime citate, che evidenziano il costante orientamento della Corte in merito alla rilevanza dell'interesse nel contesto degli atti abnormi.
In conclusione, la sentenza n. 40177 del 2024 rappresenta un importante contributo alla comprensione del concetto di atto abnorme e dell'interesse ad impugnare nel sistema giuridico italiano. Essa invita a riflettere sulla necessità di un approccio critico e consapevole nella gestione delle procedure penali, sottolineando come la correttezza formale sia fondamentale per garantire la giustizia e il rispetto delle norme. Gli operatori del diritto dovrebbero prendere nota di questa sentenza per orientare adeguatamente le loro strategie legali in futuro.